Ormai è un dato di fatto, i VIP (e non solo) si stanno spostando da Twitter ad Instagram e le ragioni sono molte: il bacino di utenza è diventato superiore alla piattaforma di microblogging, è meno pericoloso, perché non è consentita la viralità, le foto sono indispensabili perché aumentano la leggibilità e la facilità di approccio e, non ultimo, la gestione degli haters è efficiente.
La piattaforma avvicina gli utenti attraverso una percezione di privacy maggiore; quante volte vi siete sentiti dire: “perché hai messo il like a quel post?”. Proprio su questo fronte su Instagram si ottengono risconti migliori ed è facile ottenere centinaia di like sui post visto che il like non comporta per forza una presa di posizione come su Facebook. Non ha quasi nessuna attività di SPAM, cosa più unica che rara nelle piattaforme sociali. Recentemente Instagram ha pure cancellato una miriade di account fasulli (BOT), magari lo facesse Twitter.

A che serve Instagram?

Dal punto di vista del marketing, la piattaforma delle immagini trattate, non è il massimo. Non è possibile inserire il link al proprio sito/articolo/blog sui post (questo è il motivo per cui non c’è SPAM), non è possibile ricondividere e quindi non è possibile innescare la viralità tanto cercata sugli altri social. Insomma una tragedia. Le uniche attività possibili sono legate al branding grazie all’aumento dei follower, quindi potrete inserire una buona immagine della vostra attività o dei vostri prodotti sperando che l’utenza poi li vada a cercare in maniera autonoma su Google. Fortunatamente oggi il modello di business di Instagram prevede l’inserimento di link a pagamento sui post è il momento di sfruttare questa opportunità.

Come utilizzarlo?

Apro una discussione pubblica per capire come utilizzarlo in maniera efficace.
Sostengo da sempre che il blog dovrebbe essere al centro di tutta la nostra comunicazione, almeno fino a quando Internet sarà basato sugli hyperlink. Anche se la piattaforma non ne vuole sapere dell’inserimento di questi link il nostro blog/sito ci viene in aiuto attraverso l’indirizzo di secondo livello, come sito.it,  per invogliare gli utenti a digitarlo direttamente nel browser dello smartphone.
Un altro metodo è dire nei commenti “link in bio”, in modo da informare le persone che se vogliono possono seguire l’unico link permesso sul profilo. Sono consapevole che non sia assolutamente efficace ma non credo esistano alternative. Tutto quello che ho letto e che leggerete su Instagram è finalizzato a spiegare come creare follower attraverso buone foto e con l’utilizzo degli hashtag. Questo meccanismo promozionale è più utile ad una marca consolidata che a professionisti o piccole aziende sconosciute, che troverebbero Instagram un’inutile perdita di tempo e soldi.
Questo è il bello e il brutto di questa app: per chi vuole convertire la propria visibilità in occasioni e contatti deve per forza usare la promozione a pagamento. L’unica che consente l’inserimento di un link al nostro sito.
C’è un modo veloce di farlo; ho scritto un breve tutorial in questo post: Come creare una promozione su Instagram.