Monta la protesta di alcuni gestori di pagine Facebook italiani. Secondo gli ultimi aggiornamenti dell’algoritmo, che regola la visibilità dei feed in home page, per poter galleggiare nelle prime posizioni bisogna avere interazioni costanti e continue. Se entro pochi minuti non avvengono: like, commenti e ricondivisioni il post è destinato a sprofondare e di fatto rendersi invisibile. Secondo i gestori della piattaforma ideata da Mark Zuckerberg questo garantirebbe una migliore esperienza d’uso per gli utenti, che vedrebbero post realmente interessanti sul feed della home page. Per chi pensa male, i gestori di pagine, questa manovra ha come unico scopo di monetizzare e costringere gli editori a promuovere i post, in modo da garantirsi la visibilità tra i fan della pagina.
L’editore del sito Calcionapoli24 si è rivolto in tribunale e all’Antitrust:  “Negli ultimi due anni, da quando si sono quotati in Borsa, l’hanno abbassata quattro volte” afferma Silvio Passante in un’intervistail Messaggero.

facebookIntanto sono anche altre le pagine che stanno protestando per questi aggiornamenti volti a “far spendere soldi”. Ad esempio la startup di promozione turistica WeekendaGoGO. Nelle ultime ore ha chiuso diverse pagine e postato innumerevoli messaggi contro il gigante dei social network. Andrea Elestici, amministratore della società dice: “Siamo una startup che crede molto nella presenza sui social network al punto da averci dedicato 4 persone e pure investito un po dei nostri pochi soldi. Per noi è un grande impegno e ci siamo sentiti imbrogliati da facebook anzi derubati dei nostri fan che sono tutti nostri amici personali. Dedicheremo le nostre persone a seguire altri partner che si meritano la nostra fiducia”.

Siamo alle solite. Questi monopolisti della comunicazione, come già accaduto in passato, prima rilasciano una piattaforma in cui è tutto sembra gratuito e fatto per beneficenza poi arriva il momento di chiudere i cordoni della borsa e monetizzare. Facebook prima ci fa pagare i fan, poi vuole soldi per fare in modo di comunicare con loro.

E qui torno ribadire la centralità del sito e del blog corporate. Non possiamo pensare a queste piattaforme sociali come ad una cosa nostra su cui fare business ma solo a canali che possono funzionare con alterne fortune. Facciamo leva su esse ma teniamo ben presente che la comunicazione aziendale deve essere per forza fatta su piattaforme in cui nessuno cambierà mai le regole o l’algoritmo. Alcune aziende continuano a non capirlo.