Credo che il vero banco di prova per un comunicatore sia il momento in cui interrompe, anche provvisoriamente, la comunicazione. Abituati come siamo alla società dello spam e delle notifiche, ci attiviamo quando qualcosa desta la nostra attenzione. Ho basato il mio stile e i miei insegnamenti su una divulgazione che cerca di non interrompere, non urla e non promette ciò che non riesce a mantenere. Perché questo è il contenuto di cui voglio nutrirmi io stesso e non sopporto chi strappa con l’inganno la mia attenzione. Quelli da cui posso imparare possono evitare di mandarmi notifiche, perché sono io ad andarli a cercare con frequenza. Così vorrei accadesse anche a me.

Immagino un mondo basato sulla connessione e sulla fiducia, in cui il valore delle informazioni e delle suggestioni condivise creino una nuova consapevolezza, basata sull’etica e la reciproca crescita.
C’è un bellissimo post di Seth Godin che dice: “Potresti essere quello che ci mancherebbe se tu fossi andato via”. Credo che questa sia la traccia da seguire nella comunicazione che realmente porta valore.

Quando crei un contenuto dovresti chiederti: “Chi altri ha dato questo stimolo o questa informazione?”. Se ti vengono in mente pochi o nessuno che l’hanno detto come lo stai dicendo tu ora, sei sulla strada giusta; quella in cui, se te ne vai, sentiranno la tua mancanza.