Secondo un recente studio, il 45% delle aziende USA e UK non ha un sito web (stendiamo un velo pietoso sull’Italia). Sono molte le aziende che mi contattano via mail o per telefono sfiduciate e che vorrebbero chiuderlo perché: “non ho mai avuto un contatto o un cliente dal sito“.
Alcuni addirittura ipotizzano di trasferirsi armi e promozioni su Facebook: “almeno li qualcuno ci legge e contatta” o su LinkedIn.
La statistica è dalla loro parte effettivamente: secondo un altro studio, vi è stato un calo in visite ai siti web aziendali del 23% negli ultimi 12 mesi. Sette su dieci aziende della classifica Fortune 100 hanno riportato cali drastici di traffico. Un altro studio ha riferito che il 28% del pubblico pensa che il contenuto del sito web aziendale fosse più adatto “in tempi bui” in cui non esistevano i comodi social network.

Come si uccide un sito web

In pratica la stragrande maggioranza dei siti web aziendali ha solo pagine istituzionali: “chi siamo”, “cosa facciamo”, “dove andiamo”, “passaci a trovare”, ecc. I più vivaci e proiettati nel mondo digitale hanno azzardato una “rassegna stampa”, di PDF presi da giornali e una sezione notizie.
Nei casi più fortunati esiste la sezione “blog/news”, mantenuta dall’ufficio stampa interno. Sezione alimentata di comunicati scritti in un linguaggio sintetico e freddo che neanche la dichiarazione di guerra stilata dalla Corea del Nord alla Corea del Sud ha fatto peggio.
Inutile raccontarvi di come l’assenza della ormai necessaria Authorship e pulsanti per la condivisione sociale finiscano per dare il colpo di grazia allo sforzo editoriale aziendale.

Adotta un blogger

Visto che le aziende non ci arrivano da sole, da oggi lancio la campagna: “adotta un blogger“. Il sito aziendale, statico e con contenuti sempre uguali da anni, non ha più speranza di farsi trovare nelle SERP e solo l’iniezione di contenuti freschi e pensati con tecniche giornalistiche, da chi ha esperienza sul campo, è la soluzione.
Adottando un blogger l’azienda comprenderà come il content marketing e la content curation servano a far tornare visite e interesse nei confronti dei prodotti e servizi aziendali. Dal blogger imparerà come un linguaggio meno ingessato e una comunicazione più vivace possa far crescere la fiducia degli utenti verso il brand. Perché non esiste modo peggiore sul web che non farsi percepire umani e sinceri.