Ogni volta che cambiamo, che ci innamoriamo, traslochiamo, iniziamo un lavoro, uno sport, o facciamo qualcosa di nuovo, andiamo incontro agli inevitabili errori. L’errore fa parte della crescita, della trasformazione e dell’aprirsi a opportunità inesplorate. Rientra nel prezzo che dobbiamo pagare per ottenere la nostra trasformazione.
Le domande che mi hanno bloccato nella vita sono queste: “E se fallisco? Se combino un disastro? Se me ne pento? Se commetto errori?”.
Poi ci ho riflettuto e mi sono reso conto che se compro uno strumento tecnologico, questo prima o poi è destinato a rompersi; se acquisto un’automobile, il suo prezzo inizierà a svalutarsi fin dal giorno successivo; se inizio un progetto, è possibile che lo abbandonerò dopo qualche tempo; se mi innamoro, è molto probabile che il mio sentimento non sia corrisposto, o che il rapporto possa interrompersi anche per motivi che non avrei mai immaginato.
Il fallimento, l’errore o l’illusione sono una certezza per chi si impegna in qualcosa.
La buona riuscita è un dividendo del rischio del fallimento.
Ma c’è uno stato mentale che ho sperimentato in questi anni e che è addirittura peggiore della paura di commettere errori, ovvero pensare: “È impossibile che possa fallire”.
Quando ho ritenuto il mio progetto perfetto, unico e straordinario, è bastato poco per metterlo in crisi e, soprattutto, per mettere in crisi me stesso. C’era sempre qualcosa che avevo sottovalutato, che non avevo visto per la mia poca esperienza o perché il mio ego me ne limitava la visione.
La paura ha radici profonde. Ci ha aiutato a evitare di essere mangiati dalle bestie feroci, di cadere dalle rupi o, in tempi più recenti, di alzare la mano e intervenire alla riunione aziendale.
Abbiamo paura di fallire perché rischiamo soldi, risorse, ma soprattutto di essere giudicati dagli altri, di fare brutta figura o provare vergogna.
Questa paura è parzialmente giustificata se rischiamo di perdere la vita o le nostre preziose risorse. Ma se è legata alla vergogna o all’essere giudicati male dagli altri, è una trappola che ci ostacola e da cui dobbiamo liberarci immediatamente.
Riccardo cadi spesso “a fagiuolo” nella mia vita :) proprio qualche mese va mi sono trovato nel limbo della riflessione, proprio nella fase analisi/paralisi. Pensavo di cambiar lavoro e seguire delle emozioni, alla fine ho seguito l’istinto. Leggendo questo post mi hai fatto riflettere, nei momenti in cui la paura ci frena in realtà penso sia essenziale la riflessione, ma poi pensando che la vita è fatta di tentativi ed errori, si accetta la probabilità di fallire e si va avanti più spronati di prima a raggiungere i propri obiettivi. Probabilmente ci si ferma di crescere quando si smette di decidere e di fare errori… chissà
Se smetti di fare errori, smetti di crescere. Non ho dubbi