È molto probabile che esista qualcuno più preparato di te, più simpatico, meglio inserito in ambienti che contano, a cui la fortuna, o principalmente il merito, ha concesso una grande opportunità. Sulle app di confronto sociale puoi misurare continuamente le differenze tra te e centinaia di sconosciuti. Persone che hanno più seguito, più possibilità e mostrano quanto sono state abili a ottenere grandi risultati.
Puoi misurare tutto e confrontare te stesso con il meglio di ciò che queste persone esibiscono per alimentare il loro desiderio di mostrarsi.
Ma ha senso farlo?

La vita è più facile quando non ti preoccupi di ciò che fanno gli altri.
I social media amplificano la naturale propensione umana al confronto.
Situazione che conferma le teorie introdotte già nel 1954 da Leon Festinger, noto psicologo che ha condotto studi sulla dissonanza cognitiva, che ha formulato la teoria del confronto sociale.
Cerchiamo di paragonare noi stessi e la nostra vita a chi riteniamo migliore di noi, causando enormi danni alla carica emotiva ed energetica che dovremmo impiegare per migliorare noi stessi e ciò a cui stiamo lavorando.

“Se volessimo solo essere felici, sarebbe facile. Ma vogliamo essere più felici degli altri e questo è quasi sempre difficile, perché pensiamo sempre che gli altri siano più felici di quanto sono”

Charles-Louis de Sécondat (Montesquieu)

Solo per il fatto che puoi misurare, soppesare e analizzare qualcosa, non è detto che sia importante farlo, specie se questo ti limita dal punto di vista operativo ed emotivo.
Se proprio ami il confronto, potresti dedicarti a confrontare quello che vuoi realizzare con quello che sai fare per cercare di aumentare le possibilità di riuscirci.
Il fermo proponimento, e la spinta ad ottenerlo, rende la persona felice di esistere. Tutto il resto è rumore di cui puoi fare a meno.