I segnali, per chi li sa cogliere, non fanno ben sperare; si annuncia un autunno davvero difficile per l’economia, per le famiglie e per le aziende.
Per i singoli professionisti, quando questo accade, potrebbe innescare domande esistenziali che coinvolgono il loro modello di business, se ciò che propongono sia un reale bisogno del mercato e se c’è una mancata corrispondenza tra ciò che si è costruito e le esigenze dei possibili clienti.
Questa non è la prima crisi economica né sarà l’ultima.

Durante una “depressione” ciò che accade è una contrazione del mercato, le persone acquistano di meno, le aziende ottengono meno finanziamenti e sono meno predisposte a investire in attività che non ritengono necessarie o rischiose. Si tende a rimandare qualsiasi decisione in attesa che il brutto momento passi e si torni a generare flussi di cassa sicuri e costanti.

Se questo atteggiamento attendista – a mio avviso – non è sempre comprensibile in un’azienda che (ad esempio) smette di promuoversi proprio nel momento in cui servirebbe di più, lo trovo ancora meno comprensibile in un professionista.

Ora che la comunicazione dei professionisti è nelle loro mani – avendo aperto siti, canali e social – ho notato, in alcune situazioni, che il panico dovuto alla riduzione del fatturato genera uscite davvero imbarazzanti, incrementando la distanza tra loro e il mercato a cui si rivolgono.

La reputazione di un professionista non è basata sul costo delle sue parcelle o sul valore delle fatture che emette. La reputazione è una metrica più sottile, viene generata dal tempo, l’esperienza e la fiducia in chi lo vede o ci ha a che fare.

La reputazione è come un libro, lo devi scrivere tu ogni giorno, aggiungere esperienze, le persone che hai incontrato o con cui hai interagito via mail, dal vivo o sui social. Sono i contenuti che ogni giorno regali, le relazioni e i commenti che ti rendono interessante. La reputazione è il tuo valore più grande.

Se arriva l’autunno e hai freddo, il panico ti potrebbe indurre a bruciare il libro che hai faticosamente scritto negli anni sul sacro fuoco dell’engagement per ricavarne un po’ di calore e sollievo momentaneo. Bruciare la reputazione online con un’uscita aggressiva, un contenuto imbarazzante o un’evidente caduta di stile in cui si vede la frustrazione del momento o il tuo stato di panico, non è mai una buona idea.

L’autunno passa, non bruciare la tua credibilità solo perché senti freddo.