Pilato chiese a Gesù: “Che cos’è la verità?”; Gesù non rispose e Pilato uscì dalla stanza.
Questa domanda, posta da Ponzio Pilato a Gesù, risuona ancora oggi nella nostra società, alle prese con la natura della realtà e dei fatti. Il cinismo di Pilato suggeriva che la verità fosse sfuggente e soggettiva, impossibile da definire. Oggi, questa domanda si è trasformata in “la tua verità, la mia verità”, un’idea per cui cose contraddittorie possono essere vere contemporaneamente per persone diverse. Non è affatto così, e te lo dimostro.

Da almeno due mesi pago solo con la carta di credito. I taxisti mi odiano. Ne ho attivata una di nuova generazione (non rivelo il nome perché non voglio fare promozione): tiene traccia automatica di tutte le spese, per tipologia, stabilendo degli obiettivi di risparmio e, a fine mese, genera persino un file Excel con il rendiconto dettagliato.
L’ho fatto perché mi sono reso conto di non riuscire a gestire le mie finanze, ad averne davvero il controllo, a stabilire priorità, necessità e sprechi. Ma fino a quando non ho misurato i miei comportamenti con i dati, ero convintissimo di essere una persona oculata e parsimoniosa. La verità? Non lo ero affatto.

La verità non può essere soggettiva

L’alternativa alla verità oggettiva è spaventosa. Se la mia verità vale quanto la tua, anche quando si contraddicono, la verità perde ogni significato. Questo porta a un mondo in cui nulla è vero e tutto è possibile. Se accettiamo che la verità sia ciò che sentiamo giusto, perdiamo ogni base comune per il confronto e il dibattito. L’unica “verità” diventa ciò che si riesce a far credere a un numero sufficiente di persone. E la storia dimostra che ciò che la gente crede fermamente è spesso lontano dalla verità dei fatti.

La verità esiste a prescindere da quello che pensiamo, crediamo o sentiamo. La Terra orbitava già intorno al Sole quando la “verità ufficiale” la poneva ancora al centro dell’universo. Milioni di persone che credono a una falsità non la rendono meno falsa.

Nessuno di noi ha il monopolio della verità. Siamo tutti soggetti a bias e comprensioni incomplete, ed è per questo che dobbiamo affidarci ai fatti e alle prove per dirimere opinioni contrastanti. La tua verità, la mia verità, la loro verità: alla fine ne esiste una soltanto. Non quella che ci serve per confermare le nostre convinzioni, ma quella che esiste davvero, per quanto scomoda o sconveniente possa essere. I nostri sentimenti e le nostre convinzioni devono allinearsi alla realtà, non viceversa.

Non possiamo permetterci che la verità si ritiri per lasciare spazio alle nostre percezioni distorte. La verità è misurazione, replicabilità e risultato certo. Tutto il resto è in attesa di conferma: possibile, verosimile, probabile – ma non vero.
Viviamo per cercare ostinatamente la verità.