Grafiche, foto e video sono i contenuti più apprezzati e ricercati; sono i più fruibili, perché liberano chi li osserva dallo sforzo del ragionamento e della costruzione di proprie immagini mentali. Tuttavia non è detto che le immagini o i filmati siano più efficaci di un testo scritto, o che nel mondo contemporaneo si stia assistendo al declino della parola a favore dell’immagine.

“La mente ragiona per immagini, è risaputo. Una buona illustrazione vale più di mille parole. Ma un’immagine chiara costruita nella mente del lettore attraverso le tue parole vale mille disegni, perché il lettore colora quell’immagine con la propria immaginazione, che è più potente di tutti i pennelli di tutti gli artisti del mondo”

Robert Collier

Le persone credono alle immagini mentali che si sono fatte in quanto risultato dell’attenzione e del ragionamento. I media votati alle immagini hanno un grande potere di assorbimento, solo se hanno un effetto dirompente sulle persone sensibili a un determinata situazione. Tutti ricordiamo le immagini delle “torri gemelle” o l’assassinio di Kennedy, mentre quasi nessuno si ricorda il colore della maglietta dell’ultimo post su Instagram di Chiara Ferragni. Questo succede perché l’informazione deve essere supportata da un minimo di ragionamento.
Le immagini e i video sono in grado di generare un pubblico più vasto solo se sono dirompenti, altrimenti risultano didascaliche. Quindi, nella maggior parte dei casi, queste immagini, si annidano nella memoria a breve termine destinata a sciogliersi col passare delle ore.
Il testo scritto ha una capacità superiore di memorizzazione, perché proviene da un’immagine mentale creata con l’impegno e lo sforzo di chi sta leggendo. Possiamo assorbire le immagini fotografiche senza ragionamento, mentre le immagini generate con l’impegno della lettura risultano più durature e più realistiche, proprio perché provengono da una nostra voce interiore che sentiamo appartenerci.

Occupandomi di marketing e di branding conosco lo straordinario potere delle percezioni e comprendo che se voglio risultare al meglio nelle immagini mentali di chi mi osserva devo essere chiaro, semplice e soprattutto “memorizzabile”. In questi anni di blogging ho scoperto che il testo ha una minore capacità di attrazione, ma, a parità di pubblico, di è gran lunga più efficace e che il potere della parola si insinua nel ragionamento e nelle percezioni con una maggiore efficacia.
Questo è il naturale obiettivo della comunicazione come afferma Jay Abraham: “Prendi atto che devi riuscire a vendere te e le tue idee per avanzare nella tua carriera, in questo modo ottieni più rispetto e di conseguenza aumenta il tuo successo, l’influenza che hai sugli altri e il tuo reddito”.
Da qualche millennio le parole hanno la capacità unica di stimolare profonde emozioni. Sono queste che ci governano e che governano l’impatto che abbiamo su chi ci vede.

“La stragrande maggioranza dei prodotti viene venduta grazie al bisogno di amore, al timore della vergogna, all’orgoglio del successo, all’impulso all’essere rilevanti, al desiderio di sentirsi importanti, alla voglia di apparire attraenti, alla brama di potere, al desiderio di romanticismo, alla necessità di sentirsi al sicuro, al terrore nell’affrontare l’ignoto o alla fame di autostima. Le emozioni sono il carburante della motivazione umana, la forza che infiamma e che guida segretamente la maggior parte delle decisioni di acquisto. Quando la tua comunicazione valorizza queste risorse, in maniera velata ma energica, genererai incrementi esplosivi di reazioni”

Gary Bencivenga