Viviamo nell’epoca delle opzioni. Quante volte apri Netflix e trovi migliaia di ore di storie, drammi, eroi e amori. Vai su Amazon e hai milioni di libri, offerte, prodotti. Apri qualsiasi social e sei travolto da aggiornamenti, eventi, novità, nuove app, nuovi guru, nuove promesse.

Come persone, abbiamo più possibilità che in qualsiasi altro momento della storia, e ciononostante non riusciamo a compiere una scelta.
Abbiamo scambiato la quantità enorme di offerta per libertà, ma la libertà non è solo avere tutte le porte aperte: è sapere quale attraversare. Non è solo scegliere, ma sapere perché lo si fa. Le opzioni, da sole, non liberano. Senza una profonda analisi di noi stessi generano confusione. Senza uno scopo generano vuoto. Senza impegno generano rimpianti.

Oggi tutto ci è permesso. Ma questo ci incoraggia a non decidere mai, come se l’impegno fosse una trappola e la decisione un limite.
Corteggiamo tutte le opportunità e non ne sposiamo nessuna.
Cambiamo continuamente hobby, lavoro, città, partner, passioni, sogni. Ogni scelta diventa temporanea, reversibile, superficiale.

In questi anni ho imparato su me stesso che essere liberi non significa poter fare tutto o essere tutto, ma decidere cosa conta davvero e tagliare il resto. Smettere di cercare la via perfetta e iniziare a percorrere quella che si è scelta. Chiudere una porta alle spalle e mettersi al lavoro con convinzione su ciò a cui sentiamo di appartenere.
Più alternative ci vengono offerte, più diventa faticoso assumersi la responsabilità di escluderne novantanove per viverne una soltanto. Ma è proprio lì, in quella rinuncia, che nasce la libertà. Non nella possibilità di cambiare continuamente idea, bensì nella capacità di restare quando è difficile. Di impegnarsi. Di costruire, giorno dopo giorno.

Abbiamo paura dell’impegno perché abbiamo paura di sbagliare. Eppure, ogni scelta fatta con consapevolezza ci insegna qualcosa, ci fa avanzare, ci rende più vivi. Prendere una strada – anche imperfetta – è molto meglio che restare in circolo nella rotonda delle opportunità.
Acquistiamo la libertà come se fosse un abbonamento premium a scorrimento infinito, piani illimitati, tutto disponibile, tutto subito. Ma è solo una trappola del sistema. Più opzioni ci offre, più paghiamo per questa illusione, più continuiamo a consumare. L’esatto contrario di un investimento a lungo termine.

Il duro lavoro che ci spaventa, o in alcuni casi ci annoia, è capire chi siamo, cosa vogliamo, cosa conta davvero. E avere il coraggio di prendere una decisione, per poi resistere. Sbatterci la testa. Trasformarla in realtà, anche quando è difficile. Anche quando nessuno ci guarda. Anche quando l’algoritmo delle possibilità ci suggerisce un’altra opzione più seducente.

La libertà non è quella che ci vendono nei trailer delle nuove serie su Netflix.
È scegliere un libro e smettere di guardare la libreria. È uscire da quel casting infinito in cui ogni giorno cerchiamo di capire se siamo abbastanza, se appariamo più belli o più felici. E iniziare a esserlo davvero.
La libertà non è avere la possibilità, ma realizzarla.