Ho letto in questi ultimi giorni post di persone arrabbiate con alcune piattaforme social. Queste piattaforme cambiano di continuo, aggiungono e tolgono pezzi, variano gli algoritmi di visibilità e limitano la possibilità di essere visibili senza pagare. Il fenomeno esiste da sempre, ma negli ultimi mesi questa tendenza si è ulteriormente accentuata. Su LinkedIn i proprietari dei gruppi sono in rivolta, perché hanno perso molte delle loro capacità di gestione. Google + si è rinnovato tagliando pezzi importanti e complicandone altri (come segnalato in questo post di Maurizio Ceravolo). Facebook sta lentamente limitando la visibilità organica delle pagine e l’algoritmo riduce la visibilità dei post che non hanno una spiccata intenzione POP. Aggiungiamo che sono sempre più utilizzati i plugin che consentono di non vedere la pubblicità e che Twitter comincia ad essere considerato un social noioso e sta perdendo pubblico per la mancanza di interazioni. Abbiamo dipinto un quadro che ci fa riflettere sulla instabilità di questi mezzi in cui investiamo tempo ai fini comunicativi.
Se Facebook, Twitter, Google + e LinkedIn non costituiscono approdi sicuri nei quali avere la tranquillità di costruire una visibilità che cresce e che si amplia giorno dopo giorno, quale altro strumento consente di non correre il rischio di veder sfumati tutti i nostri sforzi per un semplice cambio di policy o di algoritmo?
Il Blog
Il Blog, che si basa su un dominio di nostra proprietà, rimane ancora l’unico luogo del quale abbiamo il controllo totale e che può fungere da cuscinetto rispetto ai cambi di rotta delle piattaforme di conversazione sociale. Il blog può essere cercato e trovato nelle ricerche di Google. Ogni singolo post, al quale possiamo dare l’immagine che più ci piace senza nessuna limitazione grafica o strutturale, può essere condiviso su tutti i social.
Il Blog trasmette professionalità, sia che lo facciamo per la nostra azienda che per il nostro Personal Branding, assicura una immagine di rispettosa autorevolezza che nessun post su Facebook potrà mai trasmettere.
Anche se le piattaforme di condivisione sociale fluttuano nel concederci maggiore o minore visibilità, partendo dal blog abbiamo la capacità costante di evidenziare i nostri post sfruttando l’insieme dei social in modo sinergico. Lo sviluppo olistico della nostra comunicazione determina una costante capacità comunicativa in grado di reagire ai cambiamenti.
Quando postiamo contenuti e ci creiamo un seguito su piattaforme che non sono di nostra proprietà e di cui non abbiamo il controllo, dobbiamo essere ben consapevoli che stiamo facendo il nostro “business con il business degli altri“. Questo significa che viviamo gli spazi che i proprietari della piattaforma ci concedono temporaneamente, proprietari che, in qualsiasi momento, possono cambiare idea nei confronti dei nostri contenuti o decidere di utilizzarli per “monetizzare” il pubblico.
Il blog è solo apparentemente una tecnologia “vecchia”. In realtà, i grandi portali di aggregazione, proprio in virtù delle loro ultime scelte, hanno compiuto il miracolo di farlo rinascere a nuova vita come il luogo in cui possiamo esprimere le nostre idee e i contenuti che ci interessano. Questo, a patto che il blog sappia adattarsi ai mezzi tecnologici attuali di visualizzazione, specialmente su smartphone, e consenta di poter condividere i contenuti velocemente e con un semplice tap.