Diversi autori di marketing ogni tanto scrivono post nei quali celebrano la morte di qualcosa: i blog, la SEO, l’e-mail ecc., ma pochi si soffermano sulle pratiche che la maggioranza ritiene ottimali. Alcune lo erano davvero nel passato, altre non lo sono mai state. Tuttavia, essendoci libri, webinar e blog post che ne decantano l’efficacia, nessuno le mette mai in discussione.

Poiché durante i corsi che tengo o nei messaggi privati che ricevo emergono sia lodi sia critiche nei confronti di tali pratiche, in questo post vorrei metterle in fila e ragionare con te sulla loro opportunità ed efficacia.

  • Il mito del profilo perfetto
    Non hai idea di quanti mi chiedano di valutare il loro profilo per sapere se è efficace. Io non posso rispondere senza conoscere in modo approfondito le caratteristiche della persona, l’obiettivo che si prefigge e il mercato al quale si rivolge. Noto inoltre che c’è molta ansia da prestazione per qualcosa che è decisamente sopravvalutato.
    Trascorriamo troppo tempo a preoccuparci della “copertina” e troppo poco a considerare il vero fattore di presa e di opportunità: ciò che pubblichiamo ogni giorno.
    Il profilo è importante, ma il contenuto lo è decisamente di più.
  • Il mito della velocità
    Per fortuna sta perdendo posizioni rispetto a qualche anno fa, quando tutti si aspettavano di vendere, di avere successo e tanta rilevanza in poco tempo. Nel B2B non esiste nulla di veloce; sulle piattaforme popolari, invece – e attraverso contenuti di intrattenimento – per chi ha talento attoriale, musicale o comico, raggiungere risultati velocemente è più semplice.
    Se il tuo scopo è ottenere clienti come consulente finanziario o agente immobiliare, ad esempio, servono contenuti e relazioni quotidiane nel medio-lungo periodo.
  • Il mito del pubblicare tanto
    In molti pensano: “Se ci provo tante volte alla fine qualcosa funzionerà”, ma così facendo abbassano il livello di qualità, reputazione e verticalità sull’argomento in cui vorrebbero essere ritenuti autorevoli.
    Ti sei mai chiesto perché l’algoritmo di raccomandazione di Netflix ha un tale successo? Si concentra sulla qualità e sulla personalizzazione piuttosto che proporti qualsiasi tipo di film. Il pubblico si costruisce con la rilevanza e non con la quantità.
  • Il mito dei modelli da imitare
    È il peggiore dei miti, quello che ti rende inefficace e poco memorabile. Non ci ricordiamo di chi posta contenuti simili a quelli che pubblicano tutti. Ci ricordiamo di chi rompe gli schemi, di chi introduce la novità o lo stupore.
    La gente ama le sorprese.
  • Il mito dell’essere su tutti i social
    Si tratta di un mito che ha coinvolto anche me in passato. Continuerò a valutare tutte le piattaforme, ma mi impegnerò solo su quelle che attirano un pubblico più adatto ai miei obiettivi e nelle quali i contenuti testuali hanno maggiori possibilità di riuscita. Le piattaforme di conversazione sono molteplici, basta scegliere le più utili per te.
  • Il mito dell’ora giusta
    Non esiste un momento perfetto della settimana, o un orario più giusto in cui pubblicare. Ma se puoi, cerca di farlo seguendo sempre le stesse modalità, così da creare un minimo di attesa nel tuo pubblico.

Infine, arriviamo al più insidioso e difficile da sradicare: il mito della visibilità.
Molti sono convinti che il successo di un post si misuri solo con il numero di persone che l’hanno visto o che hanno interagito. In un contesto social nel quale la cernita è difficile, un sacchetto di mele (sane) vale più di un’enorme cassa che, però, ne contiene anche una marcia. Una caduta di stile, una pessima sensazione o il mettere in evidenza la distanza tra te e coloro che ti stanno seguendo può rovinare buona parte della tua comunicazione.

Paghiamo un prezzo enorme sull’altare della fiducia e della connessione ogni volta che ci allontaniamo da chi siamo per diventare chi immaginiamo abbia successo attraverso like, commenti e condivisioni.
La coerenza è la metrica più importante.