L’udito e la vista ci consentono di riconoscere un suono, un’immagine o un testo, ma molte di quelle che i social spacciano come “visualizzazioni” altro non sono che rapidi passaggi sotto le dita di chi osserva un piccolo schermo.
L’ascolto vero avviene quando ci sforziamo di capire il significato di ciò che sentiamo o vediamo. Richiede impegno, concentrazione, memorizzazione e analisi.
Raramente doniamo l’attenzione a qualcuno, perché ci costa un grande sforzo intellettuale.
Le persone ti sentono con l’udito e ti vedono con la vista, ma per ascoltarti devono usare il cervello.

Non esiste il marketing senza l’attenzione nei tuoi confronti, la comprensione di chi sei e di cosa puoi fare di utile o vantaggioso. Sappiamo che non è facile essere ascoltati online, dove disordine, rumore e distrazione trionfano. Non è l’ambiente ideale per fermare qualcuno e raccontargli qualcosa.

Di solito, chi si impegna a promuoversi online viene catalogato in una di queste quattro categorie, ben distinte. Ci sono coloro che:

  • Smettono di comunicare
    La maggioranza delle persone non riesce a trattenersi dal parlare di sé e viene frenata solo dalla scarsa inclinazione all’ascolto di chi frequenta i social network. Ne consegue un comportamento abbastanza frequente: chiudersi e smettere di pubblicare, come risultato di innumerevoli rifiuti da parte di chi è dall’altra parte dello schermo.
  • Creano contenuti semplici
    Nel tentativo di combattere la scarsa propensione all’ascolto, alcuni creano contenuti semplici e immediati per trasmettere un messaggio chiaro, riconoscibile e popolare. Può trattarsi della condivisione di una forte emozione o di un argomento divisivo.
  • Si dedicano alla connessione
    Il modo migliore per farsi ascoltare da un soggetto “distratto” consiste nell’ascoltarlo a propria volta, nel frequentare i suoi contenuti o contattarlo in modo diretto. Tuttavia in questo caso non si tratta più di marketing, ma di un’attività molto affine alla vendita.
  • Fanno veramente marketing
    Il marketing è un progetto a lunga scadenza, un’attività che richiede un investimento di tempo quotidiano e la costanza di misurare l’efficacia delle proprie azioni in anni, e non in mesi o addirittura settimane.
    Pochi lo fanno, è appannaggio di chi crede davvero in un progetto a lungo termine.

Eraclito sosteneva: “Gli occhi sono testimoni più fedeli delle orecchie”. Parafrasando, potremmo dire che, più di ogni altra cosa, i potenziali clienti e le persone che ti si avvicinano guardano ciò che fai più di quanto ascoltino ciò che dici. Il filosofo greco non nutriva una grande fiducia nella possibilità che il suo scritto venisse compreso dalla maggior parte degli uomini. Era una battaglia persa già nel 500 a.C., figuriamoci oggi con le app per gli smartphone!

Fare davvero marketing significa cercare connessioni durature piuttosto che follower, e non porsi limiti di tempo. Non hai bisogno di numeri, ma di collegamenti reali. Molti dimenticano che le metriche della vanità – quelle basate sulla quantità – sono inutili se non portano all’azione e alla vera connessione.
Nel mio personale modello di socialità digitale non ho preferenze: considero coloro che mi si avvicinano come persone degne di essere seguite e meritevoli di un riscontro. Nei limiti del possibile, cerco di rispondere a tutti e di essere utile.

“Il complimento più grande che mi è mai stato fatto fu quando uno mi chiese cosa ne pensassi, ed attese la mia risposta”, disse Henry David Thoreau.

In sintesi, la mia idea di marketing consiste nell’avere una direzione, un messaggio chiaro, nessun limite di tempo e una cura maniacale per ogni connessione. Applicando tattiche diverse ho sempre avuto un unico indirizzo strategico: aiutare gli altri nella speranza che parlassero bene di me. Lo faccio da tredici anni, ha funzionato.