È importante dare un nome alle cose. Anche i nomi, così come i marchi, fanno leva sulle nostre percezioni, attingono alla nostra storia, la nostra cultura e alla nostra visione del mondo. Quando inserisco la parola Marketing, in un discorso rivolto alle persone che non fanno parte di questo settore, vedo spesso facce infastidite o nauseate. Lo comprendo bene, perché anche questa attività è riconducibile ai valori, la personalità e all’etica di chi la propone.

“Nessuno legge gli annunci. Le persone leggono ciò che a loro interessa. A volte è una pubblicità”

Howard Gossage

C’è un tipo di Marketing aggressivo basato sull’interruzione, la manipolazione, la truffa, il monitoraggio e la raccolta dei dati privati, lo spam o l’egocentrismo di chi lo propone. Poi c’è un tipo di Marketing che ci aiuta, che dichiara apertamente le sue qualità, propone qualcosa di cui sentiamo il bisogno, che si presenta chiedendo il permesso e mantenendo le sue promesse.
Queste due modalità le chiamiamo entrambi con il nome di Marketing, ma sono estremamente diverse tra loro.

Entrambe queste modalità hanno il fine di generare fatturato e ottenere clienti. Il primo è considerato più diretto, efficace e veloce da un certo tipo di persone o di aziende che hanno l’ansia di svuotare i magazzini o di vendere il loro servizi. La scusa è che bisogna far soldi.

Il secondo tipo di Marketing è visto come lento, dispendioso e incerto. Qualcosa che funziona solo nei libri dei “guru” americani o che possono permettersi solo le grandi aziende, quelli che vediamo nei casi studio o nelle slide a corsi e convegni. Questa è una modalità che rispetta le persone, mantiene le promesse, apre un dialogo con chi acquista; un Marketing più lento ma più apprezzato, che vive di passaparola e della fiducia reciproca.

Il Marketing rispecchia la personalità, lo stile e l’etica di chi lo propone. Tu a quale stile di Marketing appartieni?