Ho avuto oggi, in ritardo rispetto a molti altri, la nuova interfaccia di LinkedIn. Ci sono cose in più e in meno rispetto alla precedente release. La cosa che non poteva non esserci è la possibilità di editare un post dopo averlo pubblicato. Finalmente e benvenuti nel 2017. Purtroppo la stessa cosa non si può avere per i commenti per i quali ci impongono di cancellarli e rifarli. Poco male.

La sensazione a caldo è che LinkedIn abbia operato una scelta politica e strategica e che non si tratti di un bug come alcuni hanno ventilato. Mancano pezzi che prima erano croce e delizia di ogni utente “prof” della piattaforma. Le statistiche riguardanti l’incremento del proprio rank di settore e globale, basato sulle persone collegate, indicatore che era meta quotidiana di tutti quelli che su LinkedIn avevano costruito un “mestiere”. Ora c’è solo un’indicazione generica rispetto alle visualizzazioni della settimana precedente a quella in corso e il numero totale delle visualizzazioni del profilo negli ultimi 90 giorni. Mancano i misuratori di vanità e di efficacia del proprio profilo, soprattutto quelli pubblici. Manca l’indicatore delle visualizzazioni dei post del blog, visualizzazioni che ora sono disponibili solo per l’autore.

Manca la possibilità di vedere chi condivide il post. Questo trucco, noto solo ai mestieranti del social professionale, permetteva di commentare e fare like sulle persone che avevano condiviso in modo da alzare notevolmente il coinvolgimento e la visibilità di post e profilo dell’autore. Come ho raccontato in precedenza, sul post “Come funziona LinkedIn“, ad ogni interazione si condivide, di fatto, tra i propri follower il contenuto, rendendolo quasi “eterno” se si ha un adeguato numero di condivisioni.

Meno vanità e più conversazione. Questo sembra l’impegno preso dalla piattaforma. Meno mestieranti e più coinvolgimento della base degli utenti occasionali. Sottoscrivo, perché anche a me piace così!