Nel mio smartphone ho app per tutto: per tenere traccia delle mie spese, per verificare la quantità di grassi, sale e additivi nei prodotti del supermercato, per l’allenamento quotidiano e la qualità del sonno. Ho persino uno smartwatch che mi motiva o rimane deluso se non ho raggiunto un determinato numero di ore in piedi, di allenamento o di movimento.
Quando pubblico contenuti sui social, il giorno successivo vengo puntualmente avvertito delle loro “performance”: quanti utenti hanno interagito, visualizzato e messo like, con relativi suggerimenti per correggere un drammatico calo del 2%. La stessa cosa la fanno l’auto – che mi informa se ho inquinato meno grazie a una guida più eco-friendly –, il mio impianto fotovoltaico – che mi fa sentire in colpa se ieri è piovuto –, e persino l’app per la raccolta differenziata, che me la mena perché ho conferito troppa indifferenziata.

La maggior parte di queste app ha un problema da risolvere: i nostri comportamenti.
Siamo noi il problema. Il bug, l’anello debole, l’errore da sistemare.

Se ascoltassimo i grandi profeti della crescita personale sui social, dovremmo adottare uno stile di vita più sano, organizzato, calendarizzato e programmato. I content creator hanno verità assolute per qualsiasi argomento: da quanta acqua usare per annaffiare i gerani a quanto denaro investire in criptovalute. Tutto ciò che osserviamo attraverso il display del nostro smartphone ci dice che siamo l’errore del sistema e che dobbiamo correggerci.

Eppure… è esistito un tempo in cui mangiavo la carbonara a mezzanotte, sbagliavo da solo senza un tutorial, vivevo nel disordine, non acquistavo l’ultimo drone solo perché uno youtuber me lo aveva caldamente consigliato e spendevo più del mio stipendio.

Ho commesso errori, ma erano i miei, fatti senza l’aiuto di nessuno.
Oggi esiste un’immensa industria correttiva che ci impone di migliorarci in ogni campo e in ogni momento della giornata. Forse cadere nella trappola di sentirsi sempre sbagliati è qualcosa da cui dobbiamo liberarci.

Non sei un progetto da migliorare, né un problema da risolvere. Sei una persona, e a volte essere una persona significa semplicemente cancellare l’app delle abitudini e godersi una carbonara senza sensi di colpa.