Oltreoceano aziende e agenzie stanno cavalcando la tendenza di associare contenuti a influencer della rete. Generalmente sono blogger con un vasto seguito nei più disparati argomenti o personaggi molto attivi sulle reti sociali.

Allison Boyer scrive su blogworld.com:

Sono le persone del settore che diffondono le tendenze e riportano la notizia. Inoculano il kernel di un’idea su qualcosa di cui tutti parlano. Gli imprenditori stanno iniziando a capire i vantaggi del collegamento con degli influenzatori trasformandoli in sostenitori del brand

Ormai è evidente che le pubblicità display tradizionali sul web si è rivelata un fiasco e che tutti noi abbiamo sviluppato gli anticorpi che ce la fanno evitare, parlo ovviamente di quelli che circolano sulla rete quotidianamente, tendiamo a fidarci e seguire le persone che stimiamo quando parlano di servizi e prodotti.

Lo spiega benissimo Lee Odden su toprankblog.com:

Come veicolo di influenza, il contenuto è uno degli strumenti più potenti come mezzo di marketing per attirare, coinvolgere e ispirare l’azione. Il contenuto è la moneta per costruire relazioni che possono aumentare la credibilità, l’influenza e l’azione.

Riassumendo, contenuti e persone in grado di veicolarli con un azione di digital PR. Il mix è micidiale, continua Lee, “investire in un contenuto e una strategia di marketing influencer può rivelarsi una delle azioni più di impatto in una attività di marketing e di comunicazione che si possa fare”. Ma attenzione, scovare questi “influenzatori” della rete non è semplice. Chi sono questi influenzatori? quelli che hanno più seguaci e amici collegati? Avverte Lee, “No, se non è possibile dimostrare la loro capacità di influenzare l’azione. Con l’influencer marketing è indispensabile fare la distinzione tra l’egocentrico che spende tutto il loro tempo a cercare di essere famoso e di un professionista che si collega con la sua comunità in modo significativo creando un reale impatto misurabile”.
Alcune startup si stanno strutturando per cavalcare l’onda, come tapinfluence.com che promette di avere ottimi “influenzatori” della rete in un unico marketplace.

Se questo modello dovesse sbarcare anche in Italia, il rischio per i blogger e i piccoli VIP della rete nostrana è di diventare dei piazzisti e quindi giocarsi la credibilità e reputazione costruita in anni. Sia le aziende che i blogger devono percorrere questa strada con estrema attenzione, perché la rete crea fenomeni ma li riporta alla realtà nel giro di poche ore se si sbaglia comunicazione.