All’apparenza tutto questo sembra folle. La maggior parte sono persone normali che mai si sognerebbero di guardare video o immagini violente di persone in difficoltà o di loro simili che rischiano la vita. Eppure, questi si scoprono molto attenti a ciò che accade in tempo reale proprio accanto a loro.

Può succedere che, in auto, il rallentamento del traffico che ci porta alla visione di un incidente, possa essere anche considerevole e ci faccia perdere preziosi minuti di tempo; tuttavia, arrivati al punto in cui tocca a noi assistervi, non riflettiamo sul fatto che è meglio accelerare per velocizzare la fila, piuttosto pensiamo che ci spetti di diritto prendere parte alla visione, perché l’abbiamo pagata col nostro prezioso tempo: uno “spettacolo” che ci è dovuto.

L’essere umano non è un essere razionale, lo si evince da questi comportamenti. Quando pensi di avere come clienti o seguaci, persone che si basano sul calcolo o prendono le loro decisioni soppesando la loro convenienza, non vedi le persone per come sono, ovvero nella loro interezza.

Puoi ottenere la loro attenzione se comunicherai qualcosa di inedito e sconvolgente: una tua difficoltà, qualcosa che non è andato per il verso giusto o quella cosa di cui tutti hanno paura. Se lo farai avrai la loro più totale attenzione perché le persone sono “empatiche”, ma non nella accezione positiva del termine, vogliono potersi mettere nei tuoi panni per capire come reagirebbero loro o come si sentirebbero se gli accadesse la stessa cosa. Lo fanno in autostrada al cospetto di un incidente, così come lo faranno con te – sui social – in un post che risveglia i loro demoni.

Se pubblicherai un contenuto che loro non hanno il coraggio di postare, avrai creato un “incidente”, ne saranno affascinati e vorranno rallentare per osservare gli effetti, immaginando di essere te.