Non ho la presunzione di dare ricette magiche o svelare il futuro della comunicazione digitale. Non avendo la sfera di cristallo posso solo ipotizzare quello che, in base alle mie risultanze, può venir utile ed essere più conveniente nella comunicazione personale o aziendale.
Una delle cose che più mi ha fatto riflettere è una autorevole ricerca, che non ha destato un particolare clamore mediatico, sulla “inversione di influenza” registrata nello studio di Endelman a inizio anno. Secondo questi, non sono più i media classici a determinare le scelte degli individui, ma hanno assunto questo ruolo gli individui stessi. Ironia della sorte, nel corso dell’anno, questo studio è stato confermato dalle votazioni di Brexit, Trump e il referendum in Italia. In cui i media tradizionali erano maggiormente schierati nel senso opposto al risultato. Segno inequivocabile della loro perdita di “influence” presso il pubblico.

Mi fido più di un amico che dei giornali o della TV!

influenzaLe persone sono al centro, lo si diceva anche anni fa ma ora lo sono davvero. Oggi tutti abbiamo realizzato di avere un ruolo che, seppur marginale, determina una consapevolezza e una direzione collettiva.

Detto questo, si evince che questa capacità di comunicare e apparire autorevoli presso la propria cerchia di pubblico può essere utile, se si hanno esigenze di accreditarsi come capaci professionisti e incontrare le opportunità lavorative. Il Personal Branding è una opportunità che andrebbe colta alla luce di questo.

Media e medium

Il 2016 è stato l’anno dei video, oppure lo sarà il 2017? I video hanno già da tempo il loro spazio e una grande capacità di arrivare ad un determinato pubblico. Non è un mistero che YouTube sia un luogo per ragazzini. Sono loro maggiormente predisposti a seguire i canali che li divertono. Su Facebook il pubblico dei video sono casalinghe o persone che hanno tempo, oppure che non amano leggere. Mentre su YouTube il video può durare diversi minuti, su Facebook si deve attirare l’attenzione e tenerla alta per tutta la durata del filmato.
Se il video è il mezzo preferito di una parte di pubblico con maggiore tempo e minore predisposizione a leggere è ancora il testo ad avere un suo fondamentale ruolo di informazione, specie in ambito professionale o informativo. Anche se il pubblico in età più avanzata lo preferisce, la poca voglia di impegnarsi in letture approfondite è un dato di fatto. Si deve cercare di far passare velocemente il messaggio con un testo che non sia troppo dispersivo. Contate che chi arriva da Facebook, ed è in pausa pranzo, non si metterà a leggere un testo troppo complesso sul suo smartphone.

Facebook domina la scena, ma questo lo sanno anche i sassi. Quello che non sanno tutti è che, per trovare opportunità lavorative, serve avere un ottima presenza su LinkedIn o meglio, attraverso i contenuti del proprio blog. Il blog, come affermavo nel mio ultimo post, è ancora oggi il miglior strumento di promozione personale e, credo, lo sarà ancora per molto. È capace di trasmettere elementi di autorevolezza, di essere trovato nelle ricerche ed è facile la condivisione su ogni tipo di piattaforma sociale.

messaggisticaC’è anche la grande crescita della messaggistica privata o di gruppo, che determina una delle tendenze che vedremo sempre più spesso in futuro. Le persone amano sempre meno mettere i loro pensieri in piazza e cercano la relazione più sicura e ristretta. I contenuti su questi “dark social” si propagheranno attraverso il passa parola. Anche in questo caso, è il collegamento la migliore forma di distribuzione e il link più semplice da distribuire non è quello (anche se possibile, ma pochi sanno farlo) dei Social Network, ma quello di siti, quotidiani e blog.

Addio metriche della vanità

Il contenuto è tutto. Attraverso questo create percezioni di professionalità e di autorevolezza nel vostro campo. Ottenete, con il contenuto, un pubblico che vi segue e una crescente attenzione. Credo che la quantità del seguito sia una metrica poco affidabile, non solo per la facilità di manipolazione. Se non abbiamo la velleità di diventare una webstar non ce ne faremo nulla, se questi non sono effettivamente interessati a noi e al nostro operato.
Ottenere un seguito che al massimo esprime un like, che non rappresenta una reale propensione alla azione, è utile al solo ego e non produce alcun risultato operativo.
Essere riconoscibili e percepiti come solidi e autorevoli è pure un prerequisito per la promozione a pagamento, pochi si interessano o acquistano da un soggetto sconosciuto. Essere visibili pagando l’esposizione è inutile senza un opera di branding!

La ricerca che ho pubblicato all’inizio del post racconta come le persone siano stanche dell’informazione di massa e siano alla ricerca di interlocutori più affidabili e vicini, elementi con cui si possa discutere alla pari. “I mercati sono conversazioni” dissero alcuni illuminati futurologi molti anni fa: “Queste conversazioni in rete stanno facendo nascere nuove forme di organizzazione sociale e un nuovo scambio della conoscenza”. Leggere ora queste tesi, a 18 anni di distanza, mette i brividi!