Non lo deludi mai un cinico, perché immagina uno scenario in cui si aspetta il peggio da te e da quello che lo circonda. Il cinico cerca di limitare le aspettative su di sé e sugli altri, in modo da non rimanere mai deluso. Nelle forme più gravi, smette di progettare e fare qualsiasi cosa, perché non crede più a nulla.
Il cinico estroverso ha trovato nei social network un luogo magico in cui sfogare il suo malessere. Lo trovi a criticare tutto e tutti, attaccare chi ha realizzato qualcosa che lui riteneva impossibile e spargere la sua frustrazione ogni volta che si presenta l’occasione.
Un cinico inserito in un’organizzazione esprime il suo atteggiamento a spese del gruppo: smorza l’entusiasmo, rallenta il lavoro e scommette sull’insuccesso di ogni iniziativa. Spesso vince la scommessa, perché i progetti sono sempre un tentativo di realizzare un sogno.

Il cinico è il risultato di una società che non valorizza gli errori

Dalla scuola all’azienda vengono premiati i risultati. Ogni giorno c’è un piccolo risultato, che fa parte di un progetto più vasto da realizzare. Le mancanze, gli errori e le delusioni sono accompagnati dalla negatività e dalla sofferenza.
Se costruissimo un società in cui apprezzare gli errori? L’innovazione non può essere solo tecnologica.
Un’organizzazione non dovrebbe spingere il dipendente a dire: “Mi dispiace ho fatto un errore”.
Il dipendente si sentirebbe maggiormente coinvolto dicendo se potesse dire: “Buone notizie, ho fatto un errore”.
Il cinismo nasce dal sistema, non dalla personalità. L’errore è quello che permette di migliorare tutta l’organizzazione, di esplorare nuovi metodi e unire le persone attorno al progetto. Se non devi nascondere l’errore ti senti parte di un organismo.
L’organizzazione è un insieme di persone che rispettano le regole, un organismo è un obiettivo che unisce le persone.
Il cinico è il risultato di un errore di progettazione della società.