E’ uno dei prodotti più innovativi e ricercati, in Italia ne esistono solo due esemplari al momento in cui scrivo. E’ un oggetto molto interessante che mi ha stupito su certi aspetti e deluso in altri, ma partiamo con l’aspetto tecnico.

Il prototipo utilizzato nel video è parte della Google Glass Explorer Edition. Facendo una breve panoramica sul prodotto lo possiamo descrivere in questo modo: è un device strettamente collegato allo smartphone Android (almeno per ora) da dove prende connessione e localizzazione. Consente di visualizzare in un HUD, piazzato in alto a destra, su uno schermo abbastanza ridotto da 640X360 pixel informazioni basate su “card”, che riportano soprattutto notifiche di ciò che ci può interessare e di cui abbiamo fatto richiesta precedentemente. Esiste un menù con funzionalità che vanno dalla navigazione tramite GPS (dati inviati dallo smartphone) alla registrazione di video e foto e invio mail e short message, ecc.
Per navigare tra le funzioni si possono utilizzare comandi vocali o toccare l’area sensibile alla destra, è pure possibile selezionare il servizio tramite il movimento del capo, che ci rende ridicoli oltre misura :D.
Le notifiche avvengono tramite suoni a conduzione ossea, questo significa che le può “ascoltare” solo chi indossa gli occhiali.
La connettività è garantita attraverso la rete wi-fi e bluetooth e lo spazio di memoria a disposizione è di 16GB (realmente disponibili 12GB).
Google Mirror API permetterà agli sviluppatori di creare servizi web chiamati Glassware e che interagiscono con i Google Glass. Questa funzionalità sarà fornita tramite API (Application Programming Interface) basate sul cloud e non richiederà di eseguire codice su Glass.
La batteria se lo si usa in modo intensivo mostra grossi limiti, durante la nostra prova abbiamo dovuto limitarci per non rimanere senza carica.

Di fatto l’impressione e che i Glass siano più un device di notifica che per la produzione di contenuti (a parte foto e video), le schede notificano informazioni base, con un occhio (si fa per dire) al cercare di essere meno invasivi il possibile. Gli ingegneri di Google hanno sicuramente valutato che questi occhiali possiamo utilizzarli in molti ambiti e momenti della giornata in cui non possiamo distrarci, come alla guida di un automezzo e mentre lavoriamo. La mia perplessità iniziale riguardo all’ingombro e al peso è stata piacevolmente sfumata, pensavo fossero impegnativi, invece si indossano comodamente e sono leggerissimi. Riguardo la leggibilità dell’HUD è visibile con tutte le condizioni di luce, ovviamente se non guardiamo il sole direttamente.

Il prezzo di vendita non è ancora stato deciso, ma c’è chi dice sarà attorno ai 300 euro, oltre a mio parere non avrebbe senso.

Il primo agosto insieme al mio socio Rudy Bandiera siamo stati a Milano dove, grazie a Vidiemme Consulting S.r.l. e Rokivoabbiamo potuto testare i Glass per un’intera giornata. Abbiamo cercato di trasmettervi le impressioni d’uso più che i dati tecnici perché un prodotto di questo tipo è molto più che un pezzo di hardware ma completa il nostro corpo con funzionalità e percezioni aggiuntive.
Buona visione!