Forse il motore che fa incollare le persone ai social media e alle chat è l’opportunità di mostrarci e mostrare quanto unici e straordinari siamo. Su Facebook (pubblicamente) o su WhatsApp (privatamente) mostriamo il lato migliore di noi e raccontiamo ciò che ci dovrebbe rendere unici e sbalorditivi. Ciascuno di noi, con i propri personali parametri e obiettivi, racconta una storia attraverso messaggi, video e foto che alimentino la considerazione degli altri nei nostri confronti. La natura umana lo vuole e lo vuole il nostro modello culturale.

Non avendo le competenze necessarie per farlo, non voglio indagare il perché di questi impulsi. Quello che a me interessa è l’opportunità o meno di queste manifestazioni ai fini professionali nella costruzione del proprio Personal Branding.
Da molto tempo mi chiedo cosa è bene fare per la propria immagine digitale ai fini del “convincere” e ottenere la fiducia delle altre persone collegate. Molti si lamentano dell’egocentrismo dilagante in virtù del quale ognuno si vanta dei viaggi che fa, dell’auto nuova o del cliente importante solo per citare alcuni esempi. Dopo tanto riflettere, sono giunto alla conclusione che nascondere la propria essenza non porti a nulla di buono. Sia nel bene che nel male, dobbiamo mostrare chi siamo realmente  cosa sappiamo fare e cosa siamo in grado di realizzare.

Ho utilizzato il gruppo Telegram per chiedere cosa ne pensano alcuni professionisti del settore. Molti ritengono che non si debba scadere nella ricerca compulsiva

“del dai ditemi che sono bravo e nemmeno nel io faccio cose che voi poveri sfigati vi sognate e basta” ( @Davidelico ) oppure che se “un successo viene raccontato come ma quanto fiko sono?! provoca un tipo di reazione, diversa rispetto a oggi vi racconto un successo…. Poi gli haters ci sono e ci saranno sempre” ( @fiorellamade )

Il supporto della scienza ci aiuta a comprendere cosa è meglio fare. Uno studio della Harvard Business School ha dimostrato che i datori di lavoro sono più propensi ad assumere persone che mostrano capacità e traguardi e non falsi modesti che dicono e non dicono. A mio avviso, lo studio su campioni d’oltre oceano potrebbe non essere applicabile nel belpaese. È noto che negli USA chi fa i soldi viene visto come un modello da imitare, mentre in Italia è visto con sospetto e invidiato.

Quindi, proprio perché non possiamo fare a meno di mostrare i successi professionali per affermare le nostre capacità, anche dal punto di vista del raggiungimento di obiettivi, almeno cerchiamo di non mostrare il Rolex appena acquistato. Se proprio dobbiamo far venire attacchi di bile a persone deboli di carattere, facciamolo per qualcosa che ci è utile veramente. Poi sono d’accordo con @Fanti1959 : “essere se stessi sempre, con naturalezza… La falsa modestia è il male”