Su LinkedIn Pulse trovo spesso contenuti pregevoli. Un esempio è il post di Travis Bradberry, “The Importance of Being Genuine” in cui racconta la sua esperienza di ricercatore nel campo dell’intelligenza emotiva. Travis ha fatto una sintesi chiara e efficace dei motivi per i quali dobbiamo essere empatici nel curare gli altri entrando in contatto in maniera emotiva con le persone con le quali ci relazioniamo, sottolineando però l’importanza di essere e rimanere genuini e autentici nel rapporto. Non riusciremo a collegarci emotivamente agli altri, se non attraverso una vera vicinanza e la condivisione di valori.

Peter Salovey e John D. Mayer definiscono l’intelligenza emotiva come “la capacità di controllare i sentimenti ed emozioni proprie ed altrui, distinguere tra di esse e di utilizzare queste informazioni per guidare i propri pensieri e le proprie azioni“. Attraverso questa sensibilità si riesce a comprendere quello che è più giusto per noi e per gli altri, a creare un clima di fiducia e di relazione ad alto livello.

La sincerità verso se stessi e verso gli altri è un prerequisito fondamentale per creare relazioni autentiche nelle quali ci si senta rassicurati e scorra fiducia reciproca.

Sono molti che cercano di assecondare gli altri, che si pongono ad un livello di sudditanza, cercando di compiacere chi ritengono “utile” per ottenerne la benevolenza. Questo atteggiamento ha come conseguenza di ottenere l’effetto contrario. Lo spiega meglio di me Jonathan Franzen nel libro “Più lontano ancora”:

“Se dedicate la vostra esistenza al tentativo di piacere agli altri, e assumete un’immagine il più possibile accattivante per riuscirci, forse è perché non credete di poter essere amati per come siete davvero. E se riuscite a piacere agli altri solo raggirandoli, sarà difficile che poi non proviate un certo disprezzo per quelli che ci sono cascati. Costoro esistono per farvi star bene con voi stessi, ma quel senso di benessere sarà davvero affidabile, se vi è fornito da gente che non rispettate?”

Non otteniamo il rispetto assecondando il capo, il famoso blogger o il personaggio che riteniamo utile. Lo otteniamo  ponendoci al suo livello con un atteggiamento onesto, in cui quello che diciamo è la vera espressione del nostro pensiero e della nostra personalità. Se la persona a cui ci rivolgiamo vuole circondarsi di persone che la assecondino, probabilmente è lei ad avere dei problemi di debole personalità e poca autorevolezza. Le persone competenti e influenti non cercano di rendere gli altri una brutta copia di se stessi e apprezzano l’idea diversa e il confronto. La crescita personale si ottiene con questi elementi.