Ci sono momenti in cui, per ricaricarsi e ripartire con nuove energie, dobbiamo scollegarci dalla consuetudine e vivere un momento di distacco.
Allontanarsi dalla routine e dai problemi aiuta a relativizzarli e, successivamente, ad affrontarli con rinnovate energie. Proprio come dopo una notte di sonno, in cui tutte le difficoltà della sera prima sembrano meno consistenti e il cervello, riposato, trova il modo di regolare tutto.
Sono ormai anni che lavoro su me stesso con un’intensità mai vista prima nella mia vita, mi sto dedicando ad anticipare quello che voglio e posso essere nel prossimo futuro. Negli ultimi mesi ho lavorato per riuscire a leggere il futuro di questo insolito mestiere che i più non comprendono.

Di queste ferie ho bisogno e ho bisogno di passare due settimane di relax con la persona che condivide con me gioie e ansie.

Vi lascio con le riflessioni che, Oliver Burkeman, ha scritto su Internazionale di qualche giorno fa:

Qualsiasi studente di sociologia conosce la teoria di Erving Goffman secondo la quale tutte le interazioni sociali implicano un gioco di ruoli, o perché cerchiamo di nascondere la nostra vera personalità (dicono i freudiani) o perché non ne abbiamo una (dicono i buddisti). In un caso o nell’altro, è un sollievo ricordarci che possiamo uscire mentalmente da quei ruoli, come ha fatto Heffernan in Florida. Prendiamo adesso, per esempio. Leggendo questa pagina in un certo senso state interagendo con “me”. Ma sono proprio io? Se le cose sono andate secondo i miei piani, adesso sono in un cottage di campagna per il weekend.