Le aziende che scelgono la via delle promozioni a pagamento, investendo migliaia di euro in campagne pubblicitarie sui social, scelgono la via meno costosa. Costruire un Brand sulle aspettative e sulle promesse mantenute costa tempo, energie e denaro, ma ora e in futuro è l’unico marketing che ha più senso praticare.

Oggi la sfida è riuscire a mantenere l’attenzione di qualcuno per più di cinque secondi. Le storie di Instagram, i video di TikTok o il flusso ininterrotto di contenuti delle news feed sono l’esempio di ciò che un essere umano può sopportare. Cinque secondi, video dopo video, contenuto dopo contenuto. Se non è interessante viene rimosso. Tanto rumore e poco impegno.

Le piattaforme premiano gli estremi. Abbiamo imparato che bisogna osare, alzare il livello di stupore, sbalordire i passanti, farli discutere e spesso perdere, una volta per tutte, la poca credibilità rimasta. L’attenzione, sempre più rara, va ottenuta a qualsiasi costo. Questa è stata la rovina di molti professionisti e alcuni Brand.

C’è un vecchio detto tra chi fa marketing: “non costruire sui terreni in affitto”. Tuttavia, oggi questi spazi che bruciano in fretta un contenuto senza impegno sono il luogo più frequentato; quello in cui dobbiamo ottenere la famosa occhiata da trasformare in attenzione, che diventerà relazione e infine “conversione”. Ma è come risalire una corrente sempre più impetuosa.

Da anni sostengo che dobbiamo disintermediare i social e continuo a sostenerlo, ma questo non significa che possiamo permetterci di snobbarli. Cambia solo la modalità con cui lo facciamo.

I social media non sono più il luogo in cui strappare gli utenti per farli migrare sul nostro sito/blog. In primo luogo, è improbabile che queste persone abbiano voglia di abbandonare il luogo confortevole in cui si trovano per seguirti altrove. Poi si aggiunge la sempre maggiore ostilità algoritmica di questi “terreni in affitto” che impediscono o riducono fortemente l’efficacia di questa pratica. Instagram e TikTok, non prevedono l’utilizzo di link nei post. LinkedIn, Facebook riducono la portata del contenuto che porta all’esterno. Poi ci aggiungiamo la cultura di chi frequenta forum e piattaforme, sempre più avversa all’utilizzo dei link in una conversazione, tanto che molti gruppi ne vietano l’uso.

Il fine dei contenuti che produciamo rimane sempre quello: contatti reali, ovvero numeri di telefono e indirizzi mail. Essendo queste concessioni sempre più preziose, dovremmo applicare una tecnica diversa da quella che abbiamo usato fino ad ora.

Il contenuto va usato ovunque, sia nei terreni in affitto che in quelli di tua proprietà. Il fine ultimo – non scordarlo – consiste nell’ottenere una relazione che porta a un reale contatto.
Libera i tuoi contenuti ma conservali in un posto sicuro (ad esempio un sito di tua proprietà).