Qualche settimana fa ho fatto lezione a due classi anagraficamente opposte; la prima composta da ventenni, neolaureati in attesa di occupazione, mentre la seconda di cinquantenni manager e imprenditori affermati.

È normale che ci sia un divario di visioni, di stili o di modelli tra due generazioni così distanti; non è la prima volta che noto questa differenza, anche se gli anni non sono tanti, mi ha stupito aver visto formarsi un’enorme voragine che separa queste due generazioni. Rendendole così vicine anagraficamente ma così distanti nei valori.

Non sono un sociologo, in questa mia analisi non mi sono basato su statistiche o studi autorevoli, ho semplicemente osservato come nei più giovani non esista più un modello vincente basato su aspetti materiali, gli elementi che erano l’obiettivo primario alla loro età nella mia generazione. L’automobile, uno stipendio sicuro, i vestiti alla moda e successivamente la casa, erano gli obiettivi che la maggioranza di noi perseguiva (nell’illusione di una vita felice).

Tra questi giovani neolaureati invece, solo uno possedeva un’auto di proprietà, acquistano smartphone ricondizionati e per loro il tempo libero ha un valore più alto rispetto al denaro.

Ai miei occhi sono una generazione migliore della mia sotto molti aspetti: più sensibile all’etica, all’ecologia e dagli ideali più consistenti rispetto a noi “boomer” in cerca di uno stipendio più alto.

Tuttavia, ho riscontrato che rispetto ai genitori che hanno vissuto in un’epoca diversa, peccano di un vero obiettivo di vita.

Certo, studiano, si impegnano, ma non hanno progetti professionali a medio/lungo termine. Lo noto quando racconto che qualsiasi operazione di marketing su se stessi, nell’intento di trovare un’occupazione o dei clienti, debba iniziare dalla domanda: “cosa voglio ottenere, chi voglio essere tra 3/5 anni?”. Non rispondere a questa – per nulla semplice – domanda significa rendere inutile o addirittura deleteria qualsiasi operazione sul brand di se stessi.

La lezione alla classe dei cinquantenni è stata più semplice, fluida e lineare; questo perché hanno un obiettivo di vita. Il loro obiettivo è sempre quello: fatturare di più, vendere di più e guadagnare di più. Alcuni potrebbero osservare che è un obiettivo pieno di illusioni, eccessivamente materiale e forse deprecabile, non sta a me giudicare. Ma quello è un vero obiettivo, è facile perseguirlo. Basta lavorare su se stessi, le proprie competenze e sulla comunicazione di sé con costanza e coerenza.

Il Marketing è facile da raccontare; è un percorso che parte da un bisogno (quello degli altri) e da un obiettivo (il nostro). Senza questi due imprescindibili elementi non è Marketing ma solo una vaga speranza.