Le persone collegate a noi raccontano della nostra capacità di selezionare le amicizie, i partner lavorativi e le persone che ci stimolano alla crescita. Questi soggetti hanno un’enorme influenza sul nostro modo di pensare e di agire, perché rappresentano il nostro metro di paragone con il mondo che ci circonda.
Decidere con chi collegarsi è un’impresa che ci coinvolge tutti e che abbiamo preso spesso con leggerezza in passato. Questi strumenti sono stati creati per alimentare la nostra voglia di crescere, per aumentare e migliorare le relazioni e per agire sul nostro ego. Tanti collegamenti significa tanta visibilità, tanti like e tante opportunità. Questo lo pensavo pure io fino a qualche anno fa. Purtroppo noto che la maggioranza delle persone continua a crederlo.

Reid Hoffman co-fondatore di LinkedIn, ha affermato nel libro “The Start-Up of You”, che “per molte persone il networking è come usare il filo interdentale: è salutare ma non divertente”. Gestire relazioni, commenti e contatti è un vero lavoro, un impegno che comporta una buona dose di rischio, tuttavia non possiamo più farne a meno. Perché è dalle relazioni che arrivano le opportunità.

Secondo Herminia Ibarra, nel libro “Essere un leader, pensare da leader” dovremmo gestire i contatti distribuendoli tra operativi, personali e strategici.

  • I contatti operativi sono i più esigui e riguardano tutte le persone con cui dobbiamo interagire per motivi professionali.
  • La rete personale è più vasta, ma dovrebbe essere limitata. Sono i collegamenti online e offline con cui abbiamo un minimo di relazione, utili per divertirci e formarci. Persone che attraverso il loro esempio dovrebbero ispirarci e farci crescere. Gli amici di Facebook, o che fanno parte della nostra stessa associazione, sono l’esempio più corretto di rete personale.
  • La rete strategica dovrebbe tendere all’infinito. Sono le persone a cui arriviamo attraverso i video di YouTube, i post sul Blog personale o di LinkedIn, i fan della nostra pagina Facebook, Twitter e tutte le situazioni in cui cediamo valore ad un pubblico che potrebbe essere interessato a contattarci.

Tenere ben distinti nella nostra testa questi tre blocchi è fondamentale per affrontare un proficuo networking. I contatti operativi sono prioritari e servono a lavorare con efficienza. La rete personale offre collegamenti con persone abbastanza fidate con cui si condividono valori, stili e una comunicazione stretta che porta vantaggio a entrambi. Alla rete strategica possono aderire tutti, anche persone di cui non condividiamo nulla, l’unico motivo che li tiene legati a noi sono i contenuti con cui soddisfiamo i loro bisogni. Attraverso questo i follower possono avvicinarsi sempre più a noi e riuscire a connettersi qualora abbiano dato prova di essere in linea con i nostri principi.

“Trovate spiriti affini”

Nel cercare di ottenere sempre più connessioni, costi quel che costi, c’è la smania di vincere che assilla un truffatore. Dobbiamo rimanere liberi da questa logica e differenziare l’impegno nelle relazioni sulla base della rete in cui l’interlocutore è posto. L’autrice del libro dice che l’ambiente è fondamentale; più questa persona si avvicina a noi e maggiormente avrà influenza sulle nostre decisioni. Bill Wilson, fondatore degli “Alcolisti Anonimi”, ha concepito la sua organizzazione sulla base dello stesso principio; durante le riunioni quotidiane i membri più anziani fungono da mentori ai nuovi arrivati. Più tempo questi trascorrono insieme agli altri membri, più è alta la possibilità che non ricadano nel vizio.
La news feed di Facebook forgia a molti lo stile e il carattere rendendoli simili a quelli a cui sono collegati. Se avete tra i vostri amici persone frustrate e invidiose, la probabilità che vi riducano come loro è molto alta.

“Quando osserviamo gli altri dovremmo chiederci: ‘voglio diventare quel tipo di persona?’. Per fare un salto di qualità nella leadership, così come smettere di bere, serve un nuovo punto di riferimento”

Abbiamo capito che i collegamenti sincroni servono ad aprirci a accettare le critiche di chi è simile a noi, servono a farci conoscere più approfonditamente le persone che riteniamo arricchenti. La differenza tra sconosciuto, conoscente e amico è enorme e lo deve essere anche nelle piattaforme digitali. Distribuire le nostre idee attraverso i contenuti e assorbire i feedback negativi ci costa maggiore o minore fatica in base al grado di vicinanza che abbiamo con chi siamo collegati o con le persone che fanno parte del nostro gruppo o del nostro stesso ambito professionale.

Fare una energica selezione nei vari gradi di affinità serve a preservarti dal disperdere energie con chi non è come vorresti essere tu. La critica è sana e fa crescere solo se arriva da qualcuno che rispetti e ti rispetta.