“Quando hanno inventato l’auto non pensarono neppure per un momento che si sarebbe potuto inserire un apparecchio di intrattenimento, perché era l’auto stessa l’intrattenimento”. Questo è quello che afferma Bruce Morton, ricercatore del Brain & Mind Institute della University of Western Ontario. Dopo qualche tempo, è stata inserita la radio, perché il cervello aveva cominciato ad annoiarsi e la semplice guida non bastava più a impegnarlo. Secondo lo studioso non c’è da preoccuparsi. I tempi cambiano e ci adattiamo. È una risposta naturale: consumiamo più informazioni e le “digeriamo” più rapidamente, e il nostro appetito non fa che aumentare.

Uno studio condotto da Microsoft in Canada, ha dimostrato che la nostra soglia di attenzione si è ridotta di 4 secondi dal 2000 a oggi, passando da 12 a 8 secondi, scendendo sotto quella di un pesce rosso che è stabile a 9 secondi.

Gli adopters, i primi utenti dei social media, erano entusiasti del mezzo. Dedicavano grande attenzione ai contenuti prodotti da chi frequentava i social, attenzione che è progressivamente calata a causa del cervello che tenta di ottimizzare il tempo per poter ottenere sempre più informazioni il più rapidamente possibile. Questa dinamica spiega molte azioni che gli utenti compiono su siti e social. Le “finestre di pazienza” in cui si attende che si carichi la pagina sono sempre più corte e chi ha un e commerce lo sa bene. Allo stesso modo, i contenuti che riescono ad attrarre più pubblico sono quelli brevi. Snapchat, Instagram e Telegram limitano l’utente e gli impongono di essere breve con foto, testi e video e gli utenti amano la velocità di fruizione.

Il Blog sta perdendo appeal verso un pubblico che vuole informarsi in un brevissimo lasso di tempo: dover uscire dalla piattaforma in cui c’è l’anteprima, caricare la pagina e leggere un contenuto risulta faticoso e dispendioso oltre che lento. Su questo fronte anche i video sono in difficoltà. Come dimostrano i risultati della ricerca di Reuters, (www.digitalnewsreport.org) le persone sono disposte a guardare un video lungo, solo se è di intrattenimento, mentre se vogliono informarsi preferiscono la velocità di un testo scritto in cui possono saltare al punto più interessante per loro.

Abbiamo a che fare con un pubblico che ha esigenze diverse da quelle di dieci anni fa. Quello che funzionava allora, ora non funziona più. I tempi a disposizione per ottenere un minimo di attenzione si sono ridotti di un terzo e, se siete arrivati a leggere fino a questo punto, non siete pesci rossi, probabilmente siete delle triglie.