Questa è una storia che non conosce nessuno. Qualche anno fa riuscii a procurarmi un colloquio con un noto editore italiano, non avevo mai scritto un libro e il progetto che avevo proposto era inizialmente piaciuto. Poi, a causa di ripensamenti interni alla casa editrice, non se ne fece nulla. Sia chiaro che non fu colpa loro ma solo mia, perché io e il mio progetto non eravamo realmente convincenti. Nei due mesi in cui ero quasi certo che l’avrebbero pubblicato camminavo con i piedi sollevati da terra per la gioia. La visione di me con all’attivo un libro per una delle maggiori case editrici italiane era motivo di grande soddisfazione e appagamento. Fino alla bocciatura irrevocabile, che mi rese per alcuni mesi molto demotivato, affranto e deluso.
Ho avuto tante altre delusioni nella vita professionale, come capita a tutti: la parola che non viene rispettata, un cliente che non paga, il concorrente che esegue una scorrettezza o un traguardo che sfugge a pochi metri dall’arrivo. Tutte queste ferite mi hanno portato a produrre degli anticorpi. Questa difesa di chiama “zero aspettative”. Quando mi propongono qualcosa che trovo allettante, prima di gioire, mi chiedo se andrà in porto o meno, avendo come casistica il fatto che 8 volte su 10 la proposta non porta a nulla. Tuttavia se vivessi di queste aspettative in riferimento ad azioni che non sono dovute al mio impegno, ma a quello di qualcun altro, ne verrei rallentato e appesantito emotivamente. Sono ben felice di aderire a progetti che desidero e che mi vengono proposti, ma non posso dipendere dagli stati emotivi o dalle alterne convenienze di un soggetto che non sono io.

Non voglio apparire pessimista o cinico dicendo questo, sto affermando che non avere aspettative mi consente di essere più lucido e concentrato, di poter lavorare in modo energico su progetti concreti e in cui ci sono forti elementi di sicurezza quali contratti, anticipi pagati e cose che dipendono quasi esclusivamente da me. Non puoi delegare la tua felicità personale agli altri o alle promesse di chi ha come scopo primario la sua convenienza. Oggi puoi correggere il tuo modo di farti condizionare legandolo a fatti concreti e al tuo lavoro, affinché i tuoi obiettivi dipendano soprattutto da te. “La concretizzazione delle nostre aspettative nei confronti della vita dipende dall’energia che concentriamo su di esse”, diceva Swami Kriyananda.