Molti mi dicono che non riescono a scrivere sul blog, che non hanno tempo e non hanno idee. Altri mi confermano di aver iniziato, ma che è frustrante ottenere pochi consensi e poche visite a post sui quali hanno perso un pomeriggi intero per scriverlo. Alcuni addirittura sono perplessi e non vogliono svelare i trucchi del loro mestiere con il rischio di formare la concorrenza.

Quelli che si scoraggiano e quelli che riescono

Quelli che si scoraggiano di più e che abbandonano velocemente il proprio blog sono quelli che si aspettano di diventare delle celebrità o dei blogger di fama dopo pochi mesi di attività. Se pensate al vostro blog come ad un trampolino di lancio per il successo mediatico, non iniziate neppure, sarebbe fatica sprecata. Alla fine ci riescono quelli che hanno aspettative minime, che utilizzano il blog per ordinare le loro idee e lo sfruttano come palestra per imparare a comunicare efficacemente. Sono quelli che hanno compreso che l’autoformazione è l’attività che li farà rimanere competitivi nel mercato del lavoro attuale e che il blog è un pretesto per alimentare questa formazione, cercando quotidianamente nuove cose da scrivere sugli argomenti nei quali si sentono preparati. Dopo qualche mese di quotidiana attività, scopriranno che, con pazienza ma soprattutto con grande costanza, otterranno un seguito di lettori e che sempre più spesso nei risultati di Google appariranno i loro post, dando il via ad una quantità di visite che diventerà interessante e redditizia. Il reddito non sarà dato dai banner pubblicitari, ma dalla capacità di accrescere la visibilità e la reputazione del blog: questi due elementi attireranno l’attenzione delle aziende che offriranno nuove opportunità.

Alcune cose che devi sapere

I social network non sono tutti uguali e nemmeno gli utenti di ciascuna singola piattaforma social. La maggioranza degli utenti ti leggerà ma non condividerà mai un tuo post, altri ti condivideranno solo se tu lo farai tu per primo.
 Facebook è il più inutile tra i social network per condividere un post: è percepito e utilizzato per intrattenimento e divertimento, e questa è la ragione per cui, quando posterai un ottimo articolo su come sostituire la guarnizione nella testa di un motore, nessuno ti si filerà. Dispiace dirlo, ma è così. Scoprirai presto che Twitter, Google+ e LinkedIn avvicinano un pubblico diverso e più interessato a tuoi contenuti professionali (quindi qui va bene spiegare come sostituire la guarnizione) che ai post con i gatti. 
Non tutti i post avranno successo. Anche quando sarai apprezzato e avrai un pubblico stabile e fedele, accadrà che, di tanto in tanto, un post non riceverà gli apprezzamenti aspettati. Capita a tutti, è normale, non bisogna prenderla sul personale. Analizza, senza perderci la testa, quali possano essere i motivi del parziale insuccesso. In questo campo, dopo anni di blogging, ho notato che le persone hanno comportamenti da api nell’alveare, addormentati o attivissimi condizionandosi molto tra loro. Se le api che ti seguono sono attive e vivaci puoi ottenere risultati strepitosi, se non lo sono il tuo post risulterà fiacco sia in termini di visite che di condivisioni.

Una folla affamata

Una osservazione interessante sul blogging è che tutti parlano dello stesso argomento, condividono o commentano a stessa notizia, inseguendo un pubblico già ampiamente bombardato di informazioni tutte uguali. Voglio portare l’esempio del mio amico Nico Caradonna, e del suo blog che si occupa di occhiali di design, un ricco settore di nicchia ancora sottovalutato (solo dai blogger). Nico, in pochissimi mesi, è riuscito ad avere riscontri che io ho visto solo dopo anni di attività. Questo è un chiaro indice della capacità di Nico di cogliere un pubblico nuovo, di esplorare un terreno non ancora battuto in cui può fare la differenza essendo il primo a piazzarsi in modo efficace. (ne parla anche Rudy Bandiera in questo post)
Il marketing è un fatto di mercato più che di prodotto. Individuare un mercato “scoperto” semplifica la “vendita” e aumenta la visibilità.
Durante un seminario Gary Halbert domandò ai partecipanti cosa, secondo loro, ci volesse per aprire un chiosco di hot dog di successo. Le risposte furono diverse: una buona ubicazione, panini gustosi, la migliore senape inglese, il ketchup, la quantità di burro, un volantinaggio efficace, la simpatia del personale, una bella divisa e potrei citarne all’infinito. Halbert li lasciò continuare per alcuni minuti e infine li interruppe: “Ciò di cui avete bisogno, perché il chiosco abbia successo, è una folla affamata”. Tutte le risposte erano valide, ma inutili senza un pubblico nuovo ma soprattutto affamato.
Trova la tua folla affamata!