Alcuni lo chiamano Marketing Automation. Poi ci sono teorie avvincenti che riconducono queste pratiche al Growth Hacking e altri che, con minore vocazione tecnica/intellettuale, senza applicare etichette, cercano di ottenere risultati nel minor tempo possibile. Di quali risultati stiamo parlando? Incrementare i valori numerici di seguito e attenzione sui propri contenuti.

Non posso indagare in questo breve post i motivi che ci inducono a cercare di ottenere risultati immediati in un mondo, quello della comunicazione, in cui la stima e l’estensione del seguito si ottengono con grande “sbattimento” e dispendio di tempo. I benefici dell’ottenimento di un numeroso pubblico sono sotto gli occhi di tutti. In molti settori, un maggiore pubblico porta a contratti di sponsorizzazione dei contenuti e convince le aziende di avere a che fare con un “influenzatore” del sistema mediatico digitale. Un elemento che, se ha ottenuto il suo ruolo correttamente, fa breccia nei cuori di un seguito grazie alle sue abilità di comunicatore. In buona sostanza, avere un seguito significa monetizzare!

La via ortodossa

Come ho raccontato ai corsi, nei libri e su questo blog, il seguito si ottiene costruendo contenuti che un determinato pubblico apprezza. L’insistenza nel pubblicare continuamente contenuti interessanti crea una community e la sua benevolenza nei nostri confronti.
Come potete intuire, questo modo di procedere è complesso da realizzare e richiede studio, tempo, talento e dedizione.

Le vie non convenzionali

Ci sono alcuni strumenti (es. Facebook) che hanno raggiunto la maturità e riuscire ad ottenere risultati edulcorati è difficile. In altri è possibile facilmente, forse troppo. Mi sono chiesto più volte se queste piattaforme acconsentano di farsi manipolare per trarne un vantaggio a loro volta, in termini di aumento degli utenti e delle interazioni, che agli occhi degli investitori, potrebbero rappresentare, indirettamente, un successo percepito. Di fatto su alcuni media digitali chiunque può aprire innumerevoli account e gestirli in maniera automatica. Questo agevola molto il compito di chi tenta di modificare le metriche di seguito e interazione.
Escluderei tra le vie non convenzionali le tecniche, che ho usato pure io in passato, del seguire per farsi seguire o del mettere like automatizzati nella speranza che, chi lo riceve, venga a vedere i nostri contenuti e ci segua. Queste tecniche sono espedienti per “sfigati” piuttosto che manipolazione.

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Instagram: i like “esotici” alle foto di un noto “influencer” italiano

Vi sono casi, che vedo frequentemente in alcuni colleghi, in cui si va oltre, molto oltre il consentito, e si entra nella sfera dell’esasperazione dei risultati di seguito e interazione. La piattaforma in cui emerge con maggiore forza questa distorsione è Instagram.
Su Instagram è ormai una prassi abbastanza diffusa acquistare il seguito e i like (in questo post non indicherò siti, ci sono colleghi che l’hanno fatto con dovizia di particolari). La cosa incredibile è che non è solo il sedicente “influencer” di turno, forte del fatto che non si possa misurare con un link il suo operato, ad acquistarli. Ma pure le aziende! Qualche settimana fa sono andato in una ditta, il cui titolare mi ha raccontato con grande soddisfazione come riusciva ad emergere nei “Post più popolari” di un determinato hashtag attraverso l’acquisto di like sulle fotografie. Per non parlare di quelle figure che, con Instagram, ci lavorano negli ambiti del turismo, di lifestyle e fashion. Vedo continuamente account con migliaia di like su foto imbarazzanti e su contenuti inconsistenti, così come molti personaggi dello “star system” che hanno ceduto alle lusinghe di centinaia di migliaia di follower e like di Bot.
Per un occhio esperto, riconoscere chi utilizza queste tecniche è abbastanza semplice. Basta visualizzare i like ai post per vedere una lista di nomi di fantasia o esotici. Difficilmente troverete Carlo Rossi o Luisa Bianchi, ma un lungo elenco di scritte incomprensibili.

Conclusioni

Come ho raccontato in precedenza, queste tecniche non saranno più possibili in futuro. Anche se a Twitter e Instagram fa comodo avere un numero gonfiato di utenti e interazioni per poter vendere pubblicità e rendersi leader del mercato, arriverà un momento in cui taglieranno le API e le pratiche che oggi aumentano il loro business, riportando la palla al centro e affermando che fare business con il loro business è possibile solo pagando o rispettando le regole. Fino ad allora deve nascere la consapevolezza negli utenti che se vogliono rimanere credibili e avere un futuro devono trovare metodi alternativi e corretti, privilegiando la qualità dei contenuti. Le aziende devono verificare sempre che l’“influencer” di turno abbia numeri reali e sottoporlo a misurazione dei risultati.
Perché, care aziende, senza risultati cosa lo fate a fare?