Il boom di internet e dei social network ha permesso agli utenti esperti in un determinato settore di poter produrre contenuti e di ottenere seguito sui temi di propria competenza.

Questi comunicatori digitali vengono ormai comunemente definiti “influencer” e secondo un recente studio di Augure, il 74% dei marketer ha utilizzato queste persone nel 2015 e l’84% prevede di utilizzarli quest’anno. I dati di questo studio dimostrano la fiducia delle agenzie in questa nuova forma di promozione: il 47% la considera “molto efficace”, mentre il 34% “abbastanza efficace”.

Professione influencer?

“Il mercato dell’influencer sta cambiando”, afferma Rob Norman a CES 2016, “sono necessarie nuove voci per la generazione digitale. Le aziende ora hanno bisogno di catturare determinati segmenti di pubblico”.
Anche le grandi aziende italiane hanno deciso di cogliere questa opportunità. Parlando con amici blogger ho compreso che alcuni stanno lavorando bene in questo senso. Se fino a ieri con un blog di nicchia, creato con l’unico fine di ottenere un buon Personal Branding, non si poteva guadagnare ora è possibile farlo.

Il ritorno dell’investimento da parte del committente è facilmente misurabile attraverso la quantificazione dei clic sui link, degli acquisti e dei lead generati. Un post di un blogger potrebbe avere un ritorno sia a breve termine, attraverso i social,  sia anche a lungo termine, se sarà in grado di posizionarlo nei risultati dei motori di ricerca o di YouTube.

I dati incoraggiano i brand ad aprire il portafoglio. Chi ha preso coscienza di avere qualcosa di ambito e ricercato, come una audience ben profilata, non si accontenta più di prodotti omaggio. Ora vuole essere pagato. Questo si evince da un’altra ricerca pubblicata su Warc.  Secondo questo studio, l’85% degli influencer si aspetta una ricompensa in denaro e solo il 4% si aspetta di essere ricompensato in prodotti. L’11% non accetta né l’uno né l’altro per rimanere indipendente.

La tendenza è in crescita e coinvolge soprattutto chi ha un blog, un canale YouTube e una presenza autorevole sui social. Chi ha saputo investire tempo e energie nel raccontare la propria professionalità con post utili ai suoi competitor ora ha la possibilità di monetizzare.
Che sia vero che oggi si vince solo se si è disposti a dare prima di ricevere? Condividere è un valore che porta valore.