Mi è capitato qualche giorno fa di vedere questo video in cui diverse persone, in base a come apparivano, ottenevano o meno soccorso da parte di passanti sconosciuti. Il video fa percepire bene, più di qualunque trattato, di come siamo condizionati dall’immagine e dalla percezione di chi abbiamo di fronte. Questo meccanismo vale sia nella vita reale che nella vita virtuale.
Quando entriamo in contatto con qualcuno sui social la prima cosa che guardiamo (oltre al nome) è la foto ed eventualmente la mini bio, che solitamente non è molto più di 100 caratteri e su questi pochi elementi generiamo la nostra impressione che sarà difficilmente sradicabile.
Secondo Nicholas Rule, autore dello studio al Society for Personality and Social Psychology (SPSP), “Non appena vediamo un’altra persona, l’impressione si è creata. Questo accade così velocemente (solo una piccola frazione di secondo) che ciò che vediamo a volte può prendere il sopravvento su quello che sappiamo“, nello studio di evince che: le prime impressioni continuano a influenzare i nostri giudizi per molto tempo, anche dopo essere venuti in possesso di informazioni contraddittorie rispetto all’immagine mentale che ci siamo costruiti.
L’abito fa il monaco, è risaputo e se l’immagine online che daremo non sarà perfetta è calibrata avremo difficilmente una seconda possibilità per riscattarci. Ricordatelo mentre impostate un profilo di LinkedIn oppure la pagina profilo del vostro blog.
L’impressione che diamo online poi dovrà essere confermata offline, vero banco di prova in cui saremo valutati e in cui si stringono vere e durature amicizie.