La cosa bella di tutte queste nuove tecnologie è vedere come vengono utilizzate dagli utenti. A volte mi perdo ad analizzare utenti di alto livello, persone che hanno ottimi blog, che scrivono su libri, quotidiani e tengono eventi nazionali. Questi, incredibile a dirsi, hanno tecniche che a volte sono diametralmente opposte alle mie oltre ad essere profondamente diverse tra loro. Questa disparità di utilizzo è data, evidentemente, dalla loro personalità e dalla diversa interpretazione dell’uso degli strumenti di comunicazione digitali.

La gestione del network e di chi li segue, è una delle cose che da sempre mi affascina. Vedo noti professionisti di successo fregarsene ampiamente del loro seguito e trattarli come farebbe un VIP della TV con centinaia di migliaia di follower, oppure selezionare con cura certosina chi seguire in base al rango o alla “casta” di appartenenza. Spesso in questi casi anche la loro attività di dialogo sulle piattaforme sociali si limita a agli utenti “giusti” e non si perde tempo con il “popolo bue”.
 Inutile dire che questo atteggiamento si ripercuote interamente sulla attività di condivisione dei post del loro blog o altre attività, e gli utenti coinvolti saranno esclusivamente i soliti 4 amici fidati e i numeri del coinvolgimento sugli articoli distribuiti saranno esigui (a meno che non abbiano scritto un capolavoro indiscusso).

Questo metodo conservativo dei legami in rete è a mio avviso deleterio. Il Personal Branding non è nel come vi vedete voi, ma è dato da come vi vedono gli altri. Le persone che vi avvicinano digitalmente porteranno per sempre il ricordo di come le avete trattate, di come le avete (o non le avete) considerate. Non vi è nulla di più forte di un ricordo negativo rispetto alla vostra persona: mancare una risposta o una richiesta di collegamento taglierà un filo, e se questo dovesse diventare metodo, rischierà di isolarvi.

Il Personal Branding che teorizzo è qualcosa di più rispetto al mettere contenuti di valore e una bella immagine di profilo. L’apertura al dialogo rende le persone ben disposte nei vostri confronti e vi farà percepire più accessibili, e l’accessibilità è uno degli ingredienti base per lo sviluppo di opportunità che vi coinvolgono. 
Per apparire opinion leader di un determinato argomento non è più attuale l’idea che ponendovi su un piedistallo otterrete maggiori consensi. In questo caso il piedistallo è una barriera tra voi e chi sarà utile alla vostra attività.