Qualche giorno fa il buon Dario Salvelli ha pubblicato un magnifico post, che invito a leggere, riguardo al cambio di registro delle aziende rispetto alla ricerca di personale in ambito social media.
Come scrive il blogger di Caserta:

I Social Media Expert non hanno mai avuto una buona reputazione, spesso sono stati considerati inutili tanto che qualcuno si è anche convinto che non ne avrebbe mai assunto uno, molti altri invece poi l’hanno fatto.

Ora le aziende non cercano più qualcuno che “tiene la paginetta di Facebook” ma qualcuno che ci costruisca un gran rumore attorno. I Social Media Expert (alcuni li chiamano social guru, twittstar, blogstar, ecc..), personaggi ingombranti e spesso egocentrici, fanno la differenza in termini di digital PR e costruzione delle opportunità. Sono in grado, infatti, di rompere il rumore di fondo e far suonare alta la comunicazione con contenuti e iniziative capaci di attirare traffico verso i canali aziendali.

Qualche mese fa Pablo de Echanove, eCommerce & Business Development Manager di Philips ha dichiarato durante un’intervista che:

Il personal branding è l’unico modo per garantirsi un lavoro

L’era digitale ha fornito ai professionisti la possibilità di diventare punti di riferimento o esperti nella loro materia senza scrivere un libro. Attraverso i social network e blog, è possibile dimostrare il proprio valore come esperto e raggiungere migliaia di persone. Tutto ciò che serve è quello di scrivere qualcosa che fornisca valore. 

Occhio però, come sostiene Pablo, “la nostra identità digitale deve essere il più vicino possibile alla nostra vera identità. La costruzione del personal branding non significa creare un personaggio falso ed effimero“.