Ben due terzi di chi si occupa di marketing ritiene che il passaparola (WOM) sia molto più efficace delle tecniche promozionali tradizionali, il suo effetto è di difficilissima misurazione e quindi spesso scartato a priori nelle scelte di comunicazione. Questa è l’estrema sintesi di uno studio pubblicato da The Word of Mouth Marketing Association (WOMMA) e The American Marketing Association (AMA), per il quale sono stati ascoltati 328 professionisti del settore marketing online e offline.

Come ho precedentemente scritto, l’ostacolo principale per la crescita di questa tecnica è la difficoltà di misurazione, che di fatto sfugge al controllo e si propaga (a volte e non è semplice) spontaneamente. Secondo l’89% dei marketer è quasi impossibile misurare gli effetti offline, non sono molto più ottimisti quelli che si occupano dell’online che si fermano al 79%; di fatto non è possibile misurare il ritorno dell’investimento su questo tipo di promozione e quindi nel bilancio pubblicitario delle aziende non trova spazio.

Ma se nelle grandi aziende non trova spazio, a credere maggiormente a questa tecnica promozionale sono le piccole e medie imprese, il 29% di loro crede nel passaparola e lo ritiene importante ai fini promozionali.
Nella misurazione si sono identificate 19 tattiche per favorire il WOM, tra cui la presenza e gestione di profili sulle reti sociali (82%), il monitoraggio attivo dei social media e l’utilizzo dei pulsanti di condivisione sul blog corporate.
La tattica migliore e in forte crescita è l’arruolamento di sostenitori (40% sta pensando di essi) che abbiano dimostrato ottime doti comunicative e di presenza sui social network.

Questi e altri dati li potrete trovare nelle slide dello studio: