A meno che i vostri genitori non fossero professionisti del marketing potreste ritrovarvi ad avere un nome comune come, Mario Rossi o Laura Bianchi. Questo non è necessariamente un male e vi permetterà comunque di avere una vita piena di soddisfazioni. Con l’avvento di Internet e delle piattaforme di pubblicazione e conversazione in cui è opportuno crearsi un’identità ai fini professionali, potrebbe presentarsi un problema di omonimia, che va affrontato.
Il branding nel marketing è una combinazione di elementi, solitamente un nome e un logo, che identificano un prodotto o servizio. Questa pratica può essere adattata alla persona: il logo è la faccia e il nome diventa il marchio. Il problema nasce se il nome è simile a quello della concorrenza, oppure talmente diffuso da essere difficilmente distinguibile. Per chi ha un nome e un cognome poco comuni il problema non si pone. Nel caso in cui, invece, il nome sia troppo diffuso o troppo complesso, può essere utile affiancarlo a un nickname o a uno pseudonimo, diverso da quello anagrafico. Questa tecnica è spesso utilizzata da personaggi dello spettacolo, per rendersi più facilmente memorizzabili.

Possiamo aggiungere, inoltre, che trovare un nickname per i social e un nome di dominio, che non siano già stati registrati, in molti casi comporta una ricerca lunga e faticosa. Il nome dovrebbe richiamare o ricordare il nome vero e non essere legato alla professione. Questo per evitare di dover ricostruire tutto da zero qualora decidiate di cambiare mestiere.
Scegliere un nome alternativo è una delle decisioni di branding più importanti, che vi accompagnerà per tutta la vita. Un buon nick, oltre a essere facile da ricordare, non deve essere già stato registrato o utilizzato come marchio aziendale. Di fronte ad un nome che vi piace dovete fare le opportune indagini proprio in tal senso. Visto che il nome deve distinguervi in modo chiaro, evitate pseudonimi troppo articolati rimanendo tra le 3 e le 15 lettere.
La formula giusta per indicarvi come comporre il vostro nickname non esiste. Esistono esempi famosi, quali lo stilista Francisco Rabaneda Cuervo che ha scelto di chiamarsi Paco Rabanne, oppure il cantante Rosalino Cellamare, meglio conosciuto come Ron. Tra i blogger italiani più conosciuti troviamo Luigi Canali De Rossi noto come Robin Good, Daniela Farnese, in arte Dania, oppure Enrico Sola che ha scelto lo stravagante nome Suzukimaruti.

Una regola da tenere ben presente è che lo pseudonimo deve essere sempre accompagnato dal vostro nome e cognome reale, perché altrimenti rischiate di essere considerati utenti anonimi o peggio dei fake.

Trovare il vostro pseudonimo è complesso. Molti nomi di dominio e altrettanti nomi utente nei social sono già stati occupati dai milioni di utenti che li utilizzano. La cosa fondamentale è che non vi sia qualcuno con lo stesso nome nell’ambito in cui volete affermarvi. Buona ricerca.