La comunicazione è cambiata, rivoluzionata e stravolta dal digitale. Negli ultimi dieci anni, i quotidiani su carta hanno perso in Italia tra il 25 e il 45% dei lettori e il 25% delle edicole ha chiuso definitivamente. Se la stampa piange, la Televisione non ride con il suo -23,6% rispetto al 2010.

Il compito di chi fa comunicazione è quello di tentare di prevedere il futuro, per operare scelte strategiche e formative che agevolino la sua permanenza sul mercato. Chi oggi opera nel settore, non può fare a meno di osservare che, anche su Internet, i contenuti non funzionano più come qualche anno fa. Le fonti si sono moltiplicate, il posizionamento sui motori di ricerca è più complicato e sono nati e cresciuti professionalmente blogger o enti/persone con profili molto seguiti, che hanno affiancato i grandi media nell’informare e intrattenere.

Qualche giorno fa sono stato catturato dalla “slide” apparsa sul Sole24Ore “I nuovi media, dominati da nicchie e individui” di Enrico Marro in cui si ipotizza che:

“Internet continuerà a mutare volto ai media: secondo Daniel Okrent del New York Times, al posto delle grandi redazioni in futuro trionferà un modello editoriale fondato su «individui e piccole alleanze di individui», focalizzati su temi di nicchia. Ma le tecnologie avanzate ci avranno reso “consumatori di informazione” più motivati e attivi di prima, spiega Viktor Mayer-Schönberger dell’Università di Singapore”.

Una previsione facile da realizzare è che una grande varietà di fonti segmenterà il mercato e metterà in difficoltà i grossi player che dovranno fare scelte tecnologiche ed editoriali aggressive e non attendiste. Le persone saranno sempre più propense a crearsi una loro raccolta di fonti basate sui propri bisogni individuando ambiti e argomenti a loro affini.

Non so che cosa succederà nel futuro. Immagino che, con il moltiplicarsi delle fonti e dei contenuti, ciascun fruitore individuerà media e persone che riterrà attendibili e rimarrà agganciato ad essi.
Se questo è davvero il futuro, secondo te, sarà preferibile lavorare sulla qualità, il prestigio e l’attendibilità oppure risulterà premiante cercare di incrementare i contenuti? Non è meglio ridurli e porsi la domanda: “quello che sto postando è di aiuto a chi mi legge?”.
Penso che la sfida sarà di ragionare sui bisogni e di distinguersi il più possibile attraverso l’individuazione di un pubblico interessato ad argomenti meno esplorati dalla concorrenza. Non è la quantità di follower a cui devi puntare, ma a fidelizzare un limitato pubblico verso il tema da te trattato.