Avrete notato che, spesso, nella newsfeed di Facebook, ci sono persone che tendono ad esagerare nelle esternazioni con contenuti sopra le righe attraverso i quali è facile ottenere interazioni. Una delle poche cose certe della piattaforma è che, più like, commenti e condivisioni si ottengono in un breve lasso di tempo, maggiore è la possibilità di galleggiare nella newsfeed ottenendo visibilità e, di conseguenza, riscontro da parte del pubblico.

Il sistema competitivo della newsfeed di Facebook

Essere sottoposti a benchmarking è uno stimolo che gratifica l’ego di chi posta e dimostra, a chi lo legge, che l’autore ha un seguito attivo che lo tiene in considerazione, inconfondibile metrica questa, che attesta l’autorità del profilo. Ottenere interazioni, per molti personaggi della rete, diventa più importante del contenuto stesso, quasi una competizione. Per questo motivo, chi cerca questo genere di appagamento, ha scoperto che, proporre contenuti di attualità in cui inserire provocazioni e prese di posizione forti, che generano contrasto, consente di ottenere la reazione di chi si imbatte nel contenuto. Di conseguenza, attraverso l’affinità che si crea con chi interagisce, aumenta le probabilità che questi interlocutori vedano anche i contenuti successivi.
Siamo i responsabili dei risultati e delle cose che vediamo. Se interagiamo costantemente con alcuni utenti, la piattaforma interpreta questa interazione come interesse da parte nostra nei loro confronti. Per questo motivo, provo tenerezza per alcuni che si lamentano di vedere contenuti noiosi e poco interessanti nella newsfeed. Questi utenti hanno selezionato, sia pur inconsapevolmente, gli utenti che “vedono” attraverso il loro stesso comportamento.

Cercare l’approvazione

“Se hai bisogno di incoraggiamento, lodi e pacche sulle spalle da tutti, fai di ciascuno il tuo giudice”Fritz Perls

Chi cerca l’approvazione, matura uno stile attraverso cui muovere le leve dell’approvazione o della controversia, non pensando più, di fatto, al contenuto come ad un elemento che dia valore al pubblico, ma a creare la provocazione che sappia innescare il dibattito. Queste interazioni non servono a nulla se non generano, in chi ne fruisce, percezioni di autorevolezza, professionalità e buona conoscenza della materia che viene trattata. Sono solo numeri effimeri di un coinvolgimento che non porta nuovi clienti o opportunità professionali. Del tutto inutili se l’obiettivo che si sono prefissati è ottenere vendite o opportunità di lavoro.

Le parole di Seth Godin a tal proposito sono, come sempre, illuminanti:
Non aspettatevi applausi. Se fate il vostro lavoro aspettando di essere elogiati, vi state svendendo. Se il vostro lavoro dipende da qualcosa che è al di fuori del vostro controllo, state sprecando una parte della vostra arte. Se lavorate nella speranza e nel desiderio di ricevere un battimano, quello non è più il vostro lavoro: la dipendenza dall’approvazione altrui l’ha corrotto, trasformandolo in un processo in cui ambite soltanto a ricevere ulteriori consensi. È difficile, quindi vi prego di portare pazienza e ascoltarmi. C’è un’enorme differenza tra il piacere effimero di un elogio estemporaneo e l’effetto a lungo termine di un contatto vero.”
Ottenere più “mi piace” e commenti non porta ad alcun risultato tangibile. Anzi, al contrario, nell’ottenerli potreste rendervi antipatici o generare negli altri percezioni negative.  Come dice lo psicologo Howard Gardner, “non si raggiunge l’eccellenza se non si pensa di superare la soddisfazione del proprio ego, delle proprie ambizioni e della propria avarizia. Se non ci si impegna in obiettivi che vanno oltre le proprie necessità, che guardano alle esigenze di tutti. E questo esige etica“.

Per aumentare le buone percezioni e migliorare la probabilità di essere considerati e contattati dovete sostituire la domanda, “come posso fare per avere più like?” con “come posso fare per dare più contenuti utili e interessanti a chi mi legge?”.