Chi si occupa di marketing digitale sa che ogni scoperta, ogni intuizione è l’embrione di un’idea successiva. L’evoluzione è veloce e sempre in divenire. Le idee vanno poi applicate a casi reali per poterne verificare l’efficacia e questo è il motivo per cui siamo incessantemente alla ricerca di casi da studiare per poter sviluppare nuove strategie e soluzioni.

In questo post mi piacerebbe riuscire a fare il punto su quello che effettivamente ho visto funzionare e reputo indispensabile. Il digital marketing è diventato talmente articolato che, conoscerlo nella sua interezza, è pressoché impossibile. La crescente sofisticazione degli strumenti promozionali a pagamento e della promozione che si realizza attraverso contenuti, capaci di inserirsi nei risultati organici per capacità narrativa e informativa, sono diventate attività che non si possono più improvvisare e che richiedono capacità analitiche, tecniche e umanistiche. Difficilmente rintracciabili in un’unica persona, anche la più talentuosa.

Tendenze da non sottovalutare

Il personal branding è un’attività necessaria, anzi oserei dire, quasi indispensabile.
In un mondo in cui i media vecchio stile hanno un potere comunicativo sempre più limitato, le aziende più attente hanno capito che i propri collaboratori, come anche le figure esterne, possono portare visibilità e lead all’azienda stessa. Sono sempre di più quelle che assumono chi è in grado di comunicare efficacemente attraverso le tecnologie di conversazione digitale.
Lo studioso Kristian Hammond prevede che entro alcuni anni, il 90% di tutte le notizie sarà scritto da algoritmi informatici e si sono già visti i primi esperimenti. Se i computer riusciranno a sostituire molte professionalità nei prossimi 5/10 anni significa che è venuto il momento di cominciare un’opera di valorizzazione personale e di costruzione del propria immagine personale.

Contenuti e relazioni. I contenuti sono imprescindibili, ma sono altrettanto necessarie le relazioni con chi ne fruisce. Il contenuto è il pretesto per la costruzione di una rete di relazioni ad alto livello, sia in ambito personale che aziendale. Un’obiezione sempre più diffusa è che il contenuto sia diventato troppo. Tutti ormai producono contenuti che sono in quantità superiori rispetto a chi ne potrà fruire. Alcuni hanno teorizzato che nei prossimi anni esisterà un “content shock”. Il contenuto resta comunque l’unico modo per dimostrare, raccontandolo, quello che facciamo e per comunicare la passione che ci mettiamo. La differenza sta nella capacità distributiva che abbiamo e nella credibilità che portiamo a sostegno del nostro contenuto.

Facebook si è rivelato un formidabile strumento di business, per la velocità e la capacità di penetrazione verso ampie porzioni di popolazione. Non utilizzarlo come canale di comunicazione aziendale, oggi, è una follia. Consente di far conoscere i prodotti e i servizi aziendali alla clientela creando collegamenti e promuovendo conversazioni proprio come accade in un punto vendita tradizionale. La piattaforma è molto fluida e capace di recepire le esigenze degli inserzionisti e dei fruitori.
La pubblicità a pagamento prevede il raggiungimento di un larghissimo pubblico (specialmente sul mobile) ad un costo estremamente contenuto.

Non abbiamo visto ancora nulla del reale potere dell’influencer marketing. Alcune aziende, nonostante abbiano compreso che ha costi ridotti e un alto grado di capacità comunicativa, sono ancora titubanti nell’utilizzarlo.
Le aziende non hanno emozioni, le persone sì. Le persone sono più sensibili al parere di altre persone rispetto alla comunicazione istituzionale di un brand. Far comunicare i clienti o chi ha un vasto pubblico e una credibilità personale è una sfida che andrebbe affrontata.
Credo che il problema principale sia come individuare, con metriche affidabili, i migliori elementi e successivamente contattarli e coinvolgerli. Vi sono alcuni marketplace di influencer che offrono servizi di brokeraggio su larga scala e altre figure che sembrano molto più simili ad agenti di management analoghi a quelli che piazzano professionisti dello spettacolo. In questo momento storico non è semplice, per un’azienda, orientarsi e programmare un’attività senza aver svolto, a monte, dispendiose e costose attività di Digital PR.

Queste sono le tendenze più dinamiche nel settore, fermo restando che esistono decine di attività che vanno dalla SEO al mail marketing e che continuano a dare grandi soddisfazioni in fatto di conoscenza dei prodotti e realizzazione delle vendite.
Mi piacerebbe che altri colleghi e professionisti, nei commenti a questo post, esprimessero le proprie percezioni e la propria opinione, perché questo mi consentirebbe il confronto con altri punti di vista e con altre tendenze.