Google + non è un social network come Facebook o Twitter ma più una “identity platform“, ricordo che il profilo che potremo costruirci con questo strumento è uno dei più completi, tanto da far concorrenza con quelli di LinkedIn.
Le nostre passioni e i nostri contenuti, sono questi due elementi che dovremo andare a comunicare. Ma non solo, G+ è un ottimo strumento di costruzione del nostro network e l’uso consapevole delle “cerchie” può fare o meno il successo del post.

Le cerchie

La maggioranza delle persone imposta come “pubblico” tutto ciò che scrive, ma non sempre è la scelta più opportuna. Se avrete preventivamente curato gli utenti che seguite, incanalandoli in cerchie che rappresentano gruppi, potrete inviare determinate comunicazioni profilate in base agli interessi.

cerchie

Qualche tempo fa, se nella cerchia c’erano meno di 50 utenti, arrivava una notifica a ciascuno di loro, evidentemente Google ha messo un freno a questa pratica. Per aumentare il coinvolgimento potrete inserire le cerchie giuste (oppure farlo pubblico) e poi inserire a mano gli utenti a cui segnalare il post. Cosa che eviterei di fare poiché l’abuso di notifiche alla lunga tenderà a farvi perdere seguito e credibilità. Altra cosa da evitare è spuntare la casella “invia anche un’email…” personalmente di solito passo al defollow chi si avvale di questa potente funzione.

Ci sono anche altri fattori da considerare, secondo uno dei maggiori esperti di Google+ italiani, Salvatore Russo,

c’è da fare un ulteriore considerazione, se posti solo con le tue cerchie, un utente che arriverà nel tuo profilo lo vedrà vuoto! Pensi che potrà mai aggiungerti alle sue cerchie? Penserà che tu non sia un utente attivo ed andrà altrove. Quindi dosa l’uso della condivisione verso le tue cerchie solo se effettivamente utile e funzionale ai tuoi obiettivi altrimenti vai di condivisione pubblica!

Una cosa che dovete sapere è che se qualcuno che vi cita non è nelle vostre cerchie (ed in nessuna cerchia dei vostri accerchiati) non riceverete alcuna notifica, ma apparirà comunque nel newsfeed. Strano vero? Ma è così. Questo perché di default la piattaforma setta dalle “cerchie estese” la possibilità di ricevere notifiche. Ci sono arrivato sempre grazie a Salvatore Russo che mi ha svelato l’arcano e in cui stavo perdendo il senno  :D

Gli hashtag

Twitter ci ha abituati ad usarli e a vederli funzionare, attraverso le etichette riusciamo a farci leggere da chi è interessato ad un determinato argomento e di conseguenza, a farci seguire.
Gli hashtag di Google + sono più improntati sul collegamento di argomenti diversi per poter avere una logica di ricerca e di giusta profilazione dell’argomento, come indicato dal suggeritore di Hashtag ottenibile a questo link: https://plus.google.com/u/0/explore/

hashtag

Attraverso l’explore di G+ è possibile individuare le etichette più giuste e affiancarle a quella principale. Sempre senza abusarne.
Per chi è in ansia sulle cose da scrivere sul blog la ricerca degli hashtag da un indicazione di quali siano i temi di tendenza e di conseguenza suggerirci cosa scrivere.
Spesso G+ inserisce autonomamente le etichette che se non sono corrette le potremo eliminare in questo modo:

hashtag

Formattazione

Oltre al classico italico, grassetto e barrato che già conosciamo è possibile creare anche l’italico-grassetto combinando in un mix i tag attraverso le tecniche segnalate sotto, anche liste a punti e numerate.

stili

La buona conoscenza della piattaforma è fondamentale per tutti quelli che vogliono cimentarsi in un percorso di visibilità, sia per loro che per la propria azienda e questi aspetti per nulla secondari posso fare la differenza tra un profilo di successo e uno improvvisato.