Spesso, nelle conversazioni, mi sento dire: “Non voglio essere un marchio, sono una persona”, come se io esortassi la gente ad assumere l’identità di un logotipo aziendale o la forma di una scatola di pasta sullo scaffale del supermercato.
Vorrei fare chiarezza una volta per tutte. Alla base della necessità comunicativa di ogni essere umano, che voglia approfittare delle enormi opportunità della comunicazione digitale, c’è l’essere riconoscibili dalle persone che lo apprezzano. Così come accade per un logo aziendale, la tua faccia e il tuo nome sono semplici identificatori, inutili se non trasmettono nulla. L’unico scopo del tuo promemoria a forma di volto, consiste nell’associarlo ad un ricordo, un’emozione, una percezione positiva. In definitiva la tua faccia, così come il marchio apposto sul furgone della tua azienda, è inutile se non porta con sé un sentimento di fiducia in chi lo riconosce.

Il design è importante, denota cura, preparazione. Come ti presenti è propedeutico a mettere nella giusta direzione l’interlocutore, tuttavia è una questione di pochi secondi: se non è supportato da una comunicazione rivolta ai bisogni dell’altro, che faccia trasparire la tua passione e la tua disponibilità, rischi di aver creato un ottimo marchio, ma privo storia, empatia ed emozioni.
Puoi essere solo un marchio dicendo che vuoi essere una persona, oppure essere una persona verso la quale altri nutrono delle aspettative. Se percorri la seconda strada sei un Brand.