In questo periodo sono preso dall’ansia di capire le tendenze del digital marketing per i prossimi anni, sappiamo tutti che anticipare il mercato significa ottenere una posizione di vantaggio. Ho passato gli ultimi giorni ad indagare su blog esteri, studi universitari delle più prestigiose università USA, letto guru e influencer con il bollino di qualità e alla fine sono giunto a questa conclusione.

  • L’email marketing non è morta, anzi molti sono tornati a investirci nuovamente.
  • Le pagine Facebook hanno ridotto in modo energico la portata non a pagamento, rimangono comunque il media che più riesce a farsi strada nella popolazione, specialmente in Italia. Ovviamente pagare per sponsorizzare un contenuto è inutile se il contenuto è scarso o promozionale come uno spot TV degli anni ’80. Il contenuto a pagamento deve essere coinvolgente e di qualità, altrimenti otterrà scarsi risultati.
  • LinkedIn è decisamente in crescita, lo sto notando anche io, finalmente c’è vita sulla piattaforma. Anche in questo caso esserci significa ricercare le connessioni e avere un buon contenuto (il vostro profilo)
  • Twitter è in trasformazione, la recente pubblicazione degli Analytics della piattaforma ha facilitato le cose, da pochi giorni è possibile fare anche post promossi in Italia.
    In casa microblogging sembrerebbe in arrivo un algoritmo simile a quello di Facebook: in cui le notizie non verranno più presentate in ordine cronologico, ma organizzate in base al numero di retweet, risposte e affinità verso un determinato utente. Organizzatevi perché serviranno ottimi contenuti e i flop si pagheranno con la riduzione della visibilità (come su FB)
  • Google + (parlo del layer social). Non ho idea di che piega prenderà, nelle mie ricerche c’è tutto: muore, risorge, viene acquistato dai Talebani o diventerà il nuovo Pinterest. L’unica certezza e che così non può rimanere e che Google sta tagliando i rami secchi.
  • Contenuti. Una cosa che servirà sempre più in futuro sono contenuti creati da autori riconoscibili, seguiti e autorevoli. In molte aziende entrerà la figura del content director, una sorta di mezzo ufficio stampa e mezzo pubblicitario. Questo perché il realtime marketing è ormai una necessità, il contenuto va servito caldo, cavalcando i temi di tendenza.
  • Eventi. Tutto quello che unisce l’online all’offline è benedetto dal Dio del digital marketing; in esso troviamo la possibilità di generare infinito storytelling prima, dopo e durante. Sempre durante l’evento attraverso hashtag specifici, foto e selfie si potrà generare un buzz promozionale, che è poi l’anima dei questo lavoro.
  • Video. Il futuro è tutto su YouTube e affini (Facebook in primis). Il popolo vuole vedere video sulle cose più strane: come si cuoce una pannocchia, l’ultimo iPhone 6 che si piega in tasca e l’uomo che morde il cane. I costi si abbasseranno, ma creare un contenuto video di successo è impresa per pochi e le idee valgono molto più della tecnica in questo caso.
  • Personal branding. Non tiro l’acqua al mio mulino, è ormai certo che sui social network nelle conversazioni sono le persone a fare la differenza, parlare a nome dell’azienda mette distanza e alza le difese degli interlocutori. Le marche devono parlare in modo autorevole e istituzionale, le persone devono creare opportunità ed empatia che porta alla vendita e all’impegno. Le aziende d’oltreoceano (ma ci sono arrivate anche alcune italiane) si stanno organizzando per far apparire i dipendenti e renderli ambasciatori del messaggio aziendale in modo da generare conversazione, reputazione positiva e nuove opportunità.
  • Il blog è ancora attuale, da considerare come fulcro della propria comunicazione su tutte le reti sociali, l’ho detto mille volte, ad esempio qua.

Se qualcuno ha idee o cose che non ho considerato lo dica nei commenti e mi aiuti nella mia affannosa ricerca di nuove strategie.