Il futuro della comunicazione digitale non è basato sul tipo di media utilizzati e non dipende neppure dal medium sul quale sarà pubblicato. Non è basato sulla quantità di follower, di visualizzazioni o di interazioni, elementi semplici da ottenere con contenuti di politica, sport o che fanno riferimento all’attualità. Il futuro della comunicazione è costruito sulla attendibilità e sulla credibilità. Due aspetti che sembrano marginali in questa odierna sbornia da social network e in questo marasma di esperimenti, in cui ognuno tenta, con ogni mezzo possibile, di innescare la massima propagazione del suo contenuto.

crisi editoria
Un post sponsorizzato del quotidiano La Repubblica, in un maldestro tentativo di raggiungere un maggiore pubblico

Raggiungere un grosso pubblico senza ottenerne la stima è inutile. Non serve a generare vendite e contatti, non serve a creare un vero seguito e a diventare il punto di riferimento del proprio settore. Se ne stanno accorgendo i quotidiani che tentano di contrastare il calo di attenzione con l’inserimento di contenuti popolari e dozzinali. Se in un primo momento questa attività sembra ottenere l’effetto di aumentare il pubblico, in realtà diminuisce la loro autorevolezza percepita e di conseguenza non saranno più distinguibili da blog di gossip o siti creati per ottenere engagement. Il loro pubblico di vecchia data, che si aspetta qualità e attendibilità, rimane sempre più perplesso e non rinnova l’abbonamento, innescando un vortice discendente che molti chiamano “crisi dell’editoria”.

Questo mio post cerca di persuadere chi comunica nel digitale ad andare controcorrente, senza cercare la quantità di metriche futili. Cerca la fedeltà del tuo seguito innescando la tua credibilità. Ti accorgerai col tempo di aver ottenuto un capitale convertibile in occasioni e sostegno.

David Foster Wallace ha raccontato, durante la consegna delle lauree al Kenyon college, questa storiella:

«Ci sono questi due giovani pesci che nuotano e incontrano un pesce più vecchio che nuota in senso contrario e fa loro un cenno, dicendo: “Salve ragazzi, com’è l’acqua?” e i due giovani pesci continuano a nuotare per un po’ e alla fine uno di loro guarda l’altro e fa: “Che diavolo è l’acqua?”».

Wallace ha dato la sua interpretazione alla vicenda, che potrete trovare integralmente su questa pagina. La mia è questa: se tutti vanno in una direzione che non sembra portare a nulla, ma lo fanno tutti e quindi si ritiene giusta per il principio di riprova sociale (ahh il buon Cialdini), il mio consiglio è pensate sempre con la vostra testa.
Cosa piace a voi? Cosa ritenete degno di essere ascoltato? Quali principi vi stimolano? Sono certo che la risposta sia: “Seguo chi si distingue con contenuti che mi arricchiscono e che sono affidabili”. Poi lo so, perché lo faccio anche io, che cliccheremo sempre anche sulla notizia ad effetto che non ci porta nulla, ma giudicheremo la fonte come una entità “trascurabile”.
Siate pesci consapevoli dell’acqua e non pesci inconsapevoli o fuor d’acqua!