C’è molta confusione al riguardo. Quando parlo con aziende e professionisti, la prima cosa che mi raccontano sono i loro obiettivi, le loro ambizioni e i sogni nel cassetto che vogliono realizzare. L’essere umano è tenuto in vita dagli obiettivi. Alcuni vorrebbero acquistare l’automobile nuova e altri diventare leader nel loro settore. Non mi dilungo sul fatto che se non ci si pone traguardi ragionevoli, commisurati alle proprie possibilità, il rischio è diventare persone frustrate e nichiliste verso se stessi e il prossimo.

Cos’è un obiettivo?

L’obiettivo è una meta che si raggiunge attraverso varie fasi, favorite dalla propria abilità, capacità di studio e applicazione. Queste fasi non sono altrettanto piacevoli quanto il raggiungimento di un obiettivo e si chiamano “compiti”. Si dice che per raggiungere un obiettivo, la prima cosa da fare è creare una lista di compiti. Più l’obiettivo è complesso da raggiungere e più questi compiti risultano gravosi e frustranti. È normale che gli esseri umani, che vivono di continui appagamenti, si pongano traguardi ravvicinati e semplici da conseguire per non rimanere incastrati in un flusso continuo di compiti destinati a rimanere senza soddisfazione.

Inserito nell’ambiente del marketing e della comunicazione, vengo spesso interpellato da persone che hanno problemi a comunicare. Alcuni non hanno compreso la tecnica, altri non sanno esporre il pensiero o non conoscono le regole base per la corretta divulgazione.

“Chi non sa comunicare, o comunica male, in un codice che è solo suo, o di pochi, è infelice, e spande infelicità intorno a sé. Se comunica male deliberatamente, è un malvagio, o almeno una persona scortese, perché obbliga i suoi fruitori alla fatica, all’angoscia e alla noia” – Primo Levi

Sono convinto che chi comunica male non abbia come obiettivo il farsi comprendere, perché gestisce la comunicazione come un compito: “Mi hanno detto che devo scrivere ogni giorno su Facebook per avere clienti”. Non pensano al piacere personale che deriva dal farsi comprendere, dall’emozionare e stimolare il prossimo. Vedono il compito, non l’obiettivo e alla lunga si stancano di creare contenuti da cui non ricevono gratificazioni. Tramutare il compito in obiettivo è l’unico modo per produrre risultati nella comunicazione digitale e non solo.