Continuano le interviste ai creativi del web, iniziata la settimana scorsa con ZoneCreative, con un musicista che opera all’ombra delle Alpi Biellesi, Lorenzo Zonta, 34 anni, diventa piccadillyCircus nel 2009 grazie anche allo zampino della moglie designer. Dopo un periodo iniziale passato su iStockphoto a studiarne le dinamiche e guidato dal desiderio bruciante di diventare il Frank Zappa del microstock, da maggio 2010 Lorenzo diventa finalmente contributor al 100%, 24 ore su 24, realizzando così il suo sogno di bambino: guadagnare da vivere facendo la propria musica, in completa libertà.
E’ inutile che vi dica come la musica sia una arma decisiva a commento per qualsiasi video o spot pubblicitario, il marketing sul web ha bisogno di moltissime professionalità e spesso quella del musicista è sottovalutata ma fondamentale.

1. La creatività è innata oppure si può formare con lo studio?

Penso che la creatività sia innata e che tutti noi ne possediamo una parte: è quella molla che ci spinge a immaginare, cercare o creare cosiddette “alternative” alla realtà quotidiana che conosciamo attraverso i cinque sensi. E’ quella sesta vocina che ci suggerisce che la realtà è imperfetta, ma migliorabile attraverso l’arte, la ricerca e le invenzioni. Lo studio, d’altro canto, è essenziale per abbattere le distanze fra la nostra immaginazione e quello che le nostre mani possono creare. E’ grazie allo studio che acquisiamo le competenze tecniche e culturali che ci permettono di sviluppare le nostre idee e guidarle dal loro stato embrionale di bozze verso il prodotto finito.

2. Picasso diceva che “I bravi artisti copiano, i grandi artisti rubano”, come interpreti questa frase nel campo musicale? Ispirarsi a musiche fatte da altri è “rubare”? e tu, come elabori le tue idee?
Se le massime non contenessero parole o concetti forti, probabilmente non verrebbero ricordate e citate da noi posteri.
E’ ovvio che ogni creazione artistica, musica compresa, attinge dal background culturale dell’artista che l’ha prodotta. E questo background a sua volta deriva dall’arte di cui l’artista è stato spettatore. Chiamarlo copiare, rubare o ispirarsi non ne cambia la sostanza e resta di fatto quello che ogni artista del passato ha sempre fatto ispirandosi, più o meno consciamente, a ciò che già conosce…e chi siamo noi per rompere questa tradizione?
Un bravo artista copia, dice Pablo. Probabilmente perchè possiede l’abilità tecnica necessaria a riprodurre fedelmente l’originale o parte di esso nella propria creazione. Ma se l’artista è davvero grande, allora riesce a rubare l’idea, appropriarsene e trasformarla in qualcosa di nuovo, interessante, e suo. E probabilmente nessuno se ne accorgerà…il crimine perfetto!

3. Ci spieghi come funziona il tuo mestiere?
Il mio mestiere consiste nel produrre musica originale e renderla disponibile nel mio portfolio su iStockphoto dove può essere scaricata e utilizzata per scopi commerciali.
Il mio background mi porta a concentrarmi prevalentemente sulla produzione di musica rock, che è senza dubbio il genere dove posso dare il meglio di me. Prediligo l’uso di strumentazione reale e attrezzatura analogica a dispetto di campionatori e plugin. E lavoro rigorosamente al buio.
Il fatto di non avere contatti diretti con i clienti, oltre alla libertà di espressione e di gestione del tempo, porta anche alcuni svantaggi come la mancanza di feedback. Un’analisi attenta del mio portfolio e della sua performance è un passo obbligato, e mi fornisce i dati necessari per capire quali sono i punti forti e quali le aree di miglioramento, permettendomi di caricare musiche in linea con le richieste dei clienti.

Non ci resta che ascoltare le sue pregevoli creazioni, anche se mirate alla pubblicità e alla vendita sono vere opere d’arte.