Alcuni operatori di marketing sono ancora legati alla dottrina della segmentazione, attraverso cui fare arrivare ad un determinato pubblico di possibili clienti, individuati sulla base del reddito, dell’occupazione, dei titoli di studio, dell’area geografica di appartenenza e così via, un messaggio promozionale tutto lustrini e sconti a cui “non potranno resistere”. Pratica ancora valida (ma non sempre) per il B2C in cui la fetta di mercato, intesa come consumatore finale, è talmente vasta, che la pesca a strascico può ancora funzionare.

Nel B2B, in cui la maggior parte dei professionisti è impegnata, prima di vendere un prodotto o un servizio ad un cliente bisogna vendere la propria credibilità. Sono passati i tempi in cui bastava comunicare la produzione di un certo prodotto per riuscire a venderlo (ma sono mai esistiti? a me non è mai accaduto).

Il luogo in cui fare questo tipo di operazioni esiste ed è LinkedIn. Inspiegabilmente snobbato da molti miei colleghi, è considerato dai più “un posto palloso in cui chi dialoga parla solo di business”. Comprendo benissimo che il web è concepito principalmente come svago e dialogo, comprendo anche che gli affari si fanno spesso al ristorante (Facebook) in cui si abbassa la guardia e ci si rilassa, ma ritengo anche che l’unica piattaforma professionale riconosciuta meriterebbe una maggiore attenzione. Questa piattaforma non è frequentata da giovani e vi si trovano prevalentemente adulti che dialogano di temi business-oriented, spesso quasi esclusivamente con lo scopo di farsi vedere e parlare di sé attraverso la condivisione reciproca di post promozionali.

Su LinkedIn, una volta che avrete compreso che non si tratta di un curriculum online e che il profilo deve essere una sorta di landing page finalizzata ad attirare altri professionisti interessati a voi, dovrete ricercare il dialogo e la connessione con i professionisti del vostro settore. Lo si fa aderendo ai gruppi di discussione e collegandosi ai migliori esperti, proprio come fareste su Facebook; basteranno quindici minuti al giorno per riuscire, commentando i post più interessanti, a farvi percepire come una via di interesse attirando su di voi le attenzioni. Dopo qualche mese di questa pratica i benefici, in fatto di collegamenti e riconoscibilità del vostro profilo, cresceranno notevolmente, facendovi aumentare anche di molto la possibilità che una chiamata “a freddo” abbia efficacia essendo voi divenuti professionisti noti e riconosciuti.

LinkedIn è uno strumento di apprendimento. Al contrario delle altre piattaforme in cui i video dei gatti intasano le news feed, sulla piattaforma professionale per eccellenza i contenuti saranno indirizzati alle professioni e al business. Ovviamente il tutto dipenderà dagli utenti che deciderete di seguire, ma esiste anche una splendida app dal nome “Pulse” con cui rimanere informati costantemente e trovare notizie con cui aprire conversazioni.

LinkedIn all’inizio è faticoso; lo era soprattutto qualche anno fa, quando le conversazioni erano veramente poche così come pochi erano gli utenti italiani. Ora la situazione è un po’ cambiata, anche se non troverete comunque la folla urlante dei maggiori social network, ma un rigido clima di professionalità in cui gente che lavora parla con altra gente che lavora di argomenti puramente professionali. Non aspettatevi quindi la caciara, ma le noiose conversazioni digitali di lavoro che in Italia hanno ancora un pubblico ristretto.